Il blocco degli organici previsto dalla riforma Moratti sta creando problemi alle scuole modenesi. “La riduzione del numero di insegnanti e di personale ausiliario – spiega l’assessore comunale all’Istruzione Morena Manfredini – ricade negativamente sulle famiglie”.

“L’unica sezione di materna che abbiamo chiesto allo Stato ci è stata negata e quindi 25 bambini rischiano di restare fuori, a meno che il Comune non supplisca al carente intervento statale – che copre il 57 per cento della materna a livello nazionale, ma solo il 16 per cento a Modena – facendosi carico degli oltre 250 milioni di lire necessari per aprile una nuova sezione”. Problemi si registrano anche in provincia, dove il blocco degli organici impedisce l’istituzione di nove sezioni di scuola dell’infanzia e mette a rischio ben 225 posti per bambini di tre anni. Difficoltà anche negli altri ordini di scuola. “Nelle elementari, pur col fine di assicurare le nuove sezioni di tempo pieno, frequentate dall’85% degli alunni, verranno a mancare circa 16 insegnati sui progetti obiettivo che finora hanno assicurato una parte consistente della qualità della scuola”, spiega Manfredini. “Scompariranno inoltre i pedagogisti delle scuole d’infanzia statali, che finalmente lo Stato era riuscito a darsi, scomparirà un addetto al centro formazione adulti, che ha avuto quest’anno 1300 domande e denuncia la forte carenza di insegnati, scompariranno i docenti assegnati alla tutela dei minori con particolari problematiche come gli stranieri di recente immigrazione, i bambini nomadi, gli alunni con particolari disabilità. I bambini handicappati avranno un minor numero di insegnati d’appoggio e saranno infine ridotte le sperimentazioni di insegnamento precoce della lingua inglese”. La riduzione di organico colpisce tutte le regioni, ma in particolare l’Emilia, che il prossimo anno avrà 4 mila alunni delle elementari in più. “Si vanno a ridurre gli insegnati e il personale ausiliario – conclude Morena Manfredini – anche nelle zone di forte immigrazione e di ripresa della natalità proprio quando sarebbe necessario un aumento delle risorse per sostenere lo sviluppo civile ed economico”.