Barbolini e Pattuzzi scrivono nuovamente al presidente Berlusconi: “Un balletto di opinioni divergenti su eventuali modifiche al tracciato modenese. E senza alcun coinvolgimento degli enti locali. Attendiamo risposte”

A sette mesi di distanza da una precedente lettera che tuttora non ha avuto risposta, il sindaco di Modena Giuliano Barbolini e il presidente della Provincia di Modena Graziano Pattuzzi hanno nuovamente scritto al presidente del Consiglio Berlusconi sul tema dell’attraversamento modenese della linea ferroviaria ad Alta velocità. Barbolini e Pattuzzi rilevano come sul tema di eventuali modifiche al tracciato modenese, si stiano susseguendo contraddittorie dichiarazioni di ministri dello stesso governo e di esponenti della maggioranza che lo sostiene. Il tutto senza che nel confronto siano mai stati coinvolti in nessuna misura i rappresentanti degli enti locali. Gli amministratori modenesi ribadiscono poi come unica sede competente ad assumere decisioni in materia sia la Conferenza dei servizi, che a suo tempo ha già formalmente assunto ogni decisione sull’argomento, come invece qualcuno sembra continuare ad ignorare. La lettera sottolinea anche come gli ingenti costi (nell’ordine di centinaia di milioni di euro) di eventuali modifiche al tracciato, vadano comunque giustificati anche alla luce del complesso di opere legate al sistema dei trasporti modenese, che devono essere realizzate o completate (dalla bretella Campogalliano-Sassuolo, allo scalo merci). Opere verso le quali tali somme potrebbero essere più utilmente destinate. Ecco il testo integrale della lettera: “In data 30 novembre 2001, insieme al Sindaco di Campogalliano, inoltrammo formale richiesta di un Suo autorevole intervento per l’ esercizio del potere straordinario di annullamento degli atti delle Amministrazioni dello Stato ai sensi della L. 400/88, in relazione all’irrituale conclusione del procedimento di vincolo, ex D. Lgs. 490/99, sulla Villa Dallari in località Lesignana di Modena (già Villa Vandelli) da parte del Soprintendente Regionale arch. Elio Garzillo, operata in difformità al deciso della Conferenza di Servizi del 24 luglio 2000, e dello stesso parere del Comitato di Settore per i beni ambientali e architettonici, formalizzato nel Verbale n. 50 in data 5 agosto 1990. Tutto ciò nel quadro delle problematiche indotte dal passaggio della linea ferroviaria ad Alta Velocità nel territorio modenese. Vorremmo ricordarLe, a tal riguardo, Signor Presidente, che è proprio – in larga misura – grazie al contributo di collaborazione e di idee apportato dalle Istituzioni locali modenesi, nel quadro di un confronto, talora serrato ma comunque costruttivo col proponente dell’opera, che quella che, nella concezione originaria, era una linea ferroviaria per trasporto persone ad alta velocità, può finalmente fregiarsi della qualifica di sistema integrato di trasporto passeggeri e merci ad “alta capacità”, inserito in un più ampio e sistemico disegno di qualificazione della rete dei trasporti sul territorio modenese e regionale. Dal 30 novembre 2001 ad oggi, anziché una Sua risposta nei termini richiesti, o almeno, in sottordine, il riscontro ad una lettera pur sempre ufficiale, inviataLe da chi formalmente rappresenta le Istituzioni locali, si è dovuto assistere, sull’argomento, al susseguirsi di esternazioni e dichiarazioni dell’allora Sottosegretario On. Sgarbi, – che la S.V. ha poi ritenuto di rimuovere dalle funzioni assegnategli, – e ad ulteriori prese di posizione di altri membri del Suo Governo, e di esponenti politici locali della maggioranza. Tali dichiarazioni, apparse per lo più estemporanee e spesso caratterizzate da una superficiale conoscenza dei fatti e degli atti, hanno spesso fornito indicazioni contrastanti le une con le altre. Non solo: oltre alla riapertura della discussione sull’argomento sopra richiamato di villa Vandelli, (in merito alla quale, è bene ricordare ancora una volta, a scanso di equivoci, che il tracciato approvato in Conferenza dei Servizi il 24 luglio 2000 non interferisce direttamente né con la villa Vandelli, né con la sua area di pertinenza storica, bensì con terreni agricoli della stessa proprietà), alcuni Ministri del Suo Governo si sono fatti attori di una pesante ingerenza sul tema dell’attraversamento della discarica di Modena da parte dell’infrastruttura ferroviaria: questione anch’essa definitivamente risolta, per i profili di competenza governativa, col rilascio della positiva verifica di ottemperanza alle prescrizioni poste dalla Conferenza di Servizi del 31/7/98, di cui alla nota del Ministero dell’Ambiente prot. 4878/VIA/A.O.13.G del 13 aprile 1990. Si è così dovuto apprendere attraverso gli organi di stampa di svariate ipotesi comportanti gallerie a foro cieco dalla strada per Campogalliano alla destra Panaro, passaggi in sotterraneo sotto le discariche di via Caruso, poi tunnel artificiali per coprire la già prevista trincea; di riunioni tenutesi a Roma tra membri del Governo, esponenti politici vicini alla maggioranza e tecnici di loro fiducia, con rappresentanti di TAV e Italfer; di soluzioni tecniche prima prospettate, poi smentite, poi riproposte, nell’ambito di incontri di cui non è chiara la rilevanza istituzionale; e tutto ciò, inspiegabilmente, senza che nessuno si sia premurato di coinvolgere nella discussione, o quanto meno di ascoltare, gli Enti territoriali direttamente interessati. E ciò fino alle ultime due puntate. Le dichiarazioni pubbliche del Ministro Lunardi, intervenuto all’assemblea dell’Unione industriali di Modena (in data 24 giugno), il quale per villa Vandelli escludeva la realizzazione di un tunnel dicendo che si sarebbe optato per “una soluzione esterna, ma protetta e mascherata con un sistema di dune e vegetazione” (tratto dalla Gazzetta di Modena del 25 giugno). Pochi giorni dopo, sempre sulla stampa locale (il Resto del Carlino del 9 luglio 2002) si attribuisce a un altro Ministro del Suo governo, l’onorevole Giovanardi, un fermo rilancio dell’ipotesi di realizzazione di una galleria (“Si sta studiando un passaggio sotterraneo che va dalla villa fino a oltre l’A22”, mentre per l’ attraversamento della discarica di via Caruso la “soluzione discussa” prevederebbe una galleria artificiale). Signor Presidente, un po’ frastornati da indiscrezioni così divergenti, ci sia consentito farLe presente che nel nostro Paese le decisioni su questo tipo di opere pubbliche vengono assunte nella sede unica della Conferenza di Servizi, e non altrove; e che eventuali varianti alle soluzioni già definitivamente approvate dovrebbero essere presentate dal proponente dell’opera, risultare giustificate e debitamente argomentate sotto il profilo della compatibilità tecnica, ambientale e di costo, e sottoposte alla Conferenza di Servizi, unico organo competente per l’approvazione. L’ipotesi di copertura della trincea di attraversamento della discarica, in particolare, se dovesse essere effettivamente proposta, dovrà risultare verificata sotto il profilo tecnico, in relazione alle esigenze di stabilità del rilevato ferroviario, e sotto quello della compatibilità ambientale, in relazione alla prevedibile interferenza delle strutture fondazionali con l’acquifero profondo, con conseguente rischio d’inquinamento: cosa che la soluzione a suo tempo adottata (e supportata da rigorosi studi) e che resta al momento l’unica in campo, rendeva invece impossibile. In relazione alle ipotizzate modifiche al progetto già approvato, anche ove tecnicamente e ambientalmente ammissibili (cosa davvero altamente improbabile) va evidenziato che, in relazione al consistente impegno finanziario aggiuntivo che le stesse inevitabilmente comporteranno, queste dovranno trovare anche una piena ed esaustiva giustificazione politica. Si dovrà cioè spiegare alla cittadinanza e alle categorie economiche, le motivazioni di una rimessa in discussione di procedimenti – e decisioni – già compiutamente perfezionati, con gli inevitabili conseguenti ritardi. Si dovrà anche motivare in base a quali valutazioni di priorità si vogliano destinare così ingenti risorse (forse anche per diverse centinaia di milioni di euro) a tali interventi, mentre restano solo parzialmente finanziate indispensabili opere infrastrutturali di coronamento, – per tutte, la variante alla via Emilia e il collegamento dal casello di Campogalliano dell’A22 a Sassuolo (per cui, allo stato, non esiste alcuna garanzia di copertura, se non a seguito di un rinnovo della concessione alla Società Autobrennero). Citiamo ancora, proprio in relazione al completamento del sistema infrastrutturale legato alla ferrovia ad Alta capacità, il collegamento tra tangenziale e scalo merci (solo questo del costo di circa 40 milioni di euro), o piuttosto il collegamento tra gli scali ferroviari di Dinazzano e Marzaglia, e lo sviluppo a regime dello stesso scalo merci di Marzaglia, che potrebbero essere anticipati rispetto ai tempi di completamento preventivati. Signor Presidente, non possiamo che concludere invitandoLa a prendere in attenta considerazione quanto qui sopra espostoLe, e la stessa precedente – e tuttora inevasa – richiesta del 30 novembre, chiedendoLe di far presente ai componenti del Suo Governo che le Istituzioni Locali sono un interlocutore primario per ogni aspetto riguardante il rapporto tra opere pubbliche e i territori di riferimento: noi non siamo inadempienti, qui tutto è stato già definito, e formalmente deciso. E, ancora, di richiamarli al fatto che, in ogni caso, le decisioni e le scelte si assumono nella sede istituzionale preposta che è quella della Conferenza di Servizi. Conferenza di cui, come enti locali unitamente alla Regione Emilia Romagna, non vorremmo vederci costretti a chiedere la convocazione, qualora questa situazione di indeterminatezza e di totale esclusione nei confronti di chi, in maniera più diretta e compiuta, rappresenta i cittadini ed il territorio, avesse ulteriormente a protrarsi”.