Incinta al nono mese viene colta da shock anafilattico prima di partorire, dopo che le è stato somministrato un antibiotico cui aveva detto di essere allergica.

Il fatto è avvenuto una decina di giorni fa all’ospedale di Carpi, quando una signora di 27 anni si è presenta al reparto di ostetricia con rottura prematura delle membrane. La mattina successiva è stata ricoverata. Domenica 22 lo shock anafilattico in seguito all’assunzione di un antibiotico, l’Amplital, che i medici, in osservanza del protocollo, le hanno somministrato per il rischio di infezione da streptococco. La donna ha perso conoscenza ed è stata rianimata. Per il bimbo, nato col cesareo, ci sarebbero serie conseguenze.
La donna aveva riferito ai medici di essere un soggetto poliallergico, “ma aveva specificato di avere assunto più di una volta e di avere tollerato un antibiotico che presenta una molecola simile all’Amplital” ha spiegato la direzione sanitaria di Carpi. “La decisione è stata quindi presa ed è stato somministrato il farmaco per endovena” ha aggiunto la dottoressa Anne Marie Pietrantonio. Qualche minuto dopo la donna ha però cominciato a stare male, presentando i sintomi di uno shock anafilattico. Ha perso conoscenza ed è stata rianimata e intubata, le è poi stato somministrato cortisone al quale pare soltanto in un secondo tempo abbia dichiarato di essere allergica.
“Si è trattato solo di un incidente” ha aggiunto la Pietrantonio. Ma M.P. e il marito, S.C. di 25 anni, la pensano diversamente. “A nostro parere si è trattato di un errore – spiega la signora – Nostro figlio ha subito danni a causa dell’accaduto. Ora ci siamo rivolti ad un avvocato e abbiamo intenzione di procedere legalmente”.