“In Emilia-Romagna aumentano gli studenti e le richieste di tempo pieno e il Miur diminuisce gli insegnanti”. A denunciare questa situazione le tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna, che hanno incontrato la stampa per fare il bilancio di un anno “di bugie del governo” sulla scuola, come hanno voluto sottolineare.

“La realtà scolastica della nostra regione è più povera – continuano – l’istruzione ha avuto un taglio di oltre 33 milioni di euro”. Le tre sigle spiegano il dato confrontando le tabelle per il ‘bilancio scuola’ pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del dicembre 2002 e del dicembre 2003. Per quest’anno, insomma, il taglio si attesta ad un -1,34%.

Forti dei dati pubblicati dal Miur sugli organici 2004/05 le tre sigle evidenziano che dall’anno scolastico 2000/01 ad oggi gli alunni sono aumentati di oltre 32 mila unità in regione. Ma, stando alla bozza del decreto ministeriale sugli organici, gli insegnanti dovranno calare di 347 unità contro un aumento, rispetto al solo scorso anno scolastico, di 3.050 alunni. “Dire alle famiglie che le loro scelte saranno garantite – spiega il coordinatore regionale Uil Scuola, Mario Gavanelli – è un’assurdità dato che è evidente che manchino materialmente le risorse: per coprire le iscrizioni e le sole attività basilari servono circa 700 insegnanti in più, altro che tagli!”.

Infine, i sindacati puntano il dito sulle ‘innovazioni’ della Riforma (“il taglio delle opportunità formative a favore di materie come taglio e cucito”), una per tutte l’introduzione della seconda lingua europea nelle scuole medie: “la scelta sarà demandata ai genitori che potranno spaziare dal francese, allo spagnolo, piuttosto che al tedesco, ma a tutto ciò – dicono le sigle – non corrisponde l’assegnazione delle cattedre di lingua nell’organico del prossimo anno”. Dunque, prevedono Cgil, Cisl e Uil “sarà tutto all’insegna del precariato dei supplenti”.