E’ ancora circondato da lati oscuri il sequestro di un uomo d’affari 32enne del Camerun, che è riuscito a liberarsi dopo essere stato tenuto segregato due giorni in un appartamento di Carpi. L’episodio è avvenuto due settimane fa, ma se ne è avuta notizia solo oggi, quando gli agenti del commissariato di Carpi hanno reso noto l’arresto di uno dei presunti sequestratori, un 28enne, L.C., nato a Casal di Principe, in Campania, che a Carpi cogestisce un supermercato.

Assieme all’uomo sono stati denunciati per favoreggiamento altri due campani, la 50enne M.G. D. M., di Salerno, che aveva preso in affitto l’appartamento nel quale l’uomo di colore è stato tenuto prigioniero, e il 23enne R. A. di Napoli, che avrebbe accompagnato il camerunense al luogo in cui era stato poi segregato.

Il 30 marzo l’uomo d’affari camerunense è arrivato in Italia, pare per acquistare una partita di piastrelle. Un intermediario lo ha presentato a due italiani, di cui l’uomo ricordava i nomi, Raffaele e Antonio: il camerunense è salito in auto con loro, e insieme si sono diretti verso Carpi. Qui, il 32enne africano è stato condotto in un appartamento e gli è stato offerto un the, che probabilmente – secondo il racconto dell’uomo di affari – conteneva un potente sonnifero. L’uomo si è addormentato profondamente e si è risvegliato solo il 1/o aprile, accorgendosi di essere sorvegliato da due uomini, uno dei quali armato: dalle tasche del 32enne, erano spariti 14mila euro in travellers cheques e 700 euro in contanti. La sera dello stesso giorno, approfittando di un momento di distrazione dei sequestratori, l’uomo è riuscito a fuggire attraverso una finestra, e a chiedere aiuto alla Polizia.

Sulla base delle fotografie che gli sono state sottoposte, il 32enne del Camerun ha riconosciuto uno dei suoi sequestratori, che è stato perciò sottoposto a fermo di P.G. Ma l’episodio presenta ancora tratti da chiarire, e per questo continuano le indagini.