Il Comune di Modena è a
disposizione del Tribunale dei minori per provvedere al funerale
del piccolo Jacopo, il neonato abbandonato il 9 aprile, Venerdì
Santo, in un giardinetto alla periferia della città e morto
ieri al Policlinico.

Lo ha confermato il sindaco Giuliano Barbolini, al quale il
Tribunale di Modena aveva affidato giovedì scorso la tutela del
bambino assieme a quella di altri dieci minori italiani e
stranieri che si trovano in stato di abbandono o di gravi
difficoltà familiari.
Con la morte del piccolo è cessata la funzione di tutela e
ogni decisione resta in capo all’autorità giudiziaria, che
potrebbe chiedere al Comune di provvedere al funerale.
“In questi 23 giorni tutti abbiamo sperato che Jacopo
potesse riprendersi, ma la situazione del bambino era purtroppo
apparsa da subito grave e compromessa – ha detto il sindaco – Il
primario, i medici e gli infermieri del reparto di Neonatologia
del Policlinico hanno fatto il possibile, con un affetto e un
calore davvero commoventi. Un calore e un affetto che anche
moltissimi cittadini hanno espresso in queste settimane
facendosi interpreti del sentimento dell’intera città”.


Jacopo è morto ieri alle 14.30 nella terapia intensiva della
Divisione di neonatologia dell’ospedale modenese. Le sue
condizioni erano sempre state critiche, con gravi sofferenze
neurologiche e necessità di assistenza ventilatoria meccanica
continua e di sostegno farmacologico. Appena venerdì il prof.
Fabrizio Ferrari, direttore della divisione, aveva firmato l’ultimo bollettino medico diffuso con cadenza quotidiana poiché
– scriveva – “le condizioni rimangono invariate e
presumibilmente rimarranno tali per giorni”. Da qui la scelta
di inviare nuovi bollettini solo in presenza di “variazioni
significative”. Da ieri mattina le condizioni di Jacopo erano
invece peggiorate notevolmente, con episodi di rallentamento del
battito cardiaco verso mezzogiorno. Alle 14.30 la morte per
arresto cardiaco.


Da quando il neonato è stato ricoverato al Policlinico è
stato tutto un susseguirsi di telefonate di persone che
chiedevano di adottarlo, di modenesi – e non solo – che
portavano doni per lui nel reparto. Una catena di affetto e di
solidarietà che non ha mai abbandonato il piccino, lasciato
nudo la mattina del 9 aprile, sotto la pioggia e al freddo, nel
prato di un condominio di via Wagner e soccorso per primo dall’
addetto alle pulizie dell’edificio, anche lui prossimo papà.
La presunta madre, un’operaia diciottenne italiana, che vive in
una famiglia definita ‘senza disagi’ sotto il profilo sociale,
si era fatta viva nei giorni successivi, presentandosi in
Questura accompagnata da un legale e chiedendo inutilmente di
poter riabbracciare il neonato. La ragazza – nei cui confronti
la magistratura ha disposto la prova del Dna – ha detto di aver
partorito da sola nel salotto di casa, all’insaputa dei
genitori, che – ha precisato – non erano nemmeno a conoscenza
della gravidanza. Una versione che non ha convinto del tutto il
Pm Fausto Casari, titolare dell’inchiesta giudiziaria, che ha
indagato il padre e la madre della ragazza per concorso in
abbandono di minore.
Pochi giorni fa si è fatto vivo anche un coetaneo della
ragazza: ha confermato di aver avuto una breve relazione con lei
l’estate scorsa e si è detto a sua volta disponibile a
sottoporsi all’esame genetico.