Un mercato senza concorrenza dove continua a imperare un operatore dominante, bollette alle stelle che gravano maggiormente sulle famiglie: sono questi i problemi principali del settore segnalati, nella sua relazione annuale, dal presidente dell’Authority per l’energia, Alessandro Ortis. Che ha anche lanciato l’allarme sulle prospettive di autonomia dell’Authority stessa.

Nel ddl di riordino del settore dell’energia, ha ricordato infatti Ortis, è prevista una delega al governo in materia di regolazione dei servizi di pubblica utilità che investe direttamente le competenze ad essa attribuite: “Ciò – ha sottolineato Ortis – appare un pericolo per l’indipendenza e l’autonomia dell’autorità il cui operato potrebbe essere condizionato da una eventuale potestà governativa di incidere non solo sulle singole decisioni, ma anche nel suo assetto e sulle sue competenze”.

Nel mercato elettrico ed in quello del gas, ha sottolineato Ortis, “si riscontra tuttora la presenza di un operatore dominante” che ostacola “una condizione di effettiva concorrenza”. La presenza di un operatore ‘incumbent’, ha aggiunto, è ancora “più pervasiva per quanto riguarda il gas”, mentre risulta più “circoscritta a specifici tempi e zone nel settore elettrico”, che “tuttavia pone ugualmente l’incumbent in condizione di influenzare autonomamente il mercato”.

I prezzi dell’energia in Italia “si pongono, nel confronto internazionale, tra quelli mediamente più alti d’Europa”, con le bollette elettriche delle famiglie numerose e con alti consumi che arrivano ad essere anche del 50% più care. Mentre per il gas, tranne che per i consumi domestici bassissimi, il divario può arrivare anche al 20% in più. In Italia, inoltre, resta il paradosso per il quale una famiglia non abbiente, ma numerosa, paga bollette elettriche più alte di un single ricco.