Quattro italiani su cinque tra i 60 e i 64 anni scelgono di lasciare il posto di lavoro per andare in pensione. Una tendenza che contribuisce in maniera significativa ad appesantire il sistema pensionistico.

A lanciare l’allarme è l’Ocse che sostiene che è necessario fare di tutto per convincere gli ultrasessantenni a non abbandonare l’attività. Tra i 60 e i 64 anni è attivo solo il 19,2% degli italiani. Un dato ben più basso della media Ocse, dove gli ultrasessantenni ancora al lavoro sono il 35,4%, e che diventa ancora più evidente se si va a guardare la fascia d’età immediatamente precedente: tra i 55 e i 59 anni sono appena il 38,4% gli italiani al lavoro, contro una media Ocse del 60,4%.
Forti differenze in ambito locale sono poi registrate in base al sesso e all’area geografica di residenza. In Italia sono infatti solo l’8,1% le donne tra i 60 e i 64 anni che ancora lavorano, contro il 30,2% degli uomini. E le differenze tra Nord e Sud sono di tutto rilievo.

Per imprimere una svolta, l’Ocse fornisce una serie di consigli. Da un punto di vista generale, occorre per esempio ”rivedere le pratiche salariali basate sull’età e l’anzianita”’. A giudizio dell’organizzazione, infatti, ”le parti sociali dovrebbero tener conto degli effetti negativi sull’impiego dei lavoratori anziani che provengono dalla progressione dei salari sulla base dell’anzianita”’. E’ necessario quindi dare ”minore importanza a questi criteri e maggiore alla produttività dei lavoratori”, con le aziende chiamate in causa per migliorare le condizioni lavorative e aggiornamento dei lavoratori più anziani.