Avrebbero fatto ottenere permessi
di soggiorno a lavoratori extracomunitari clandestini, dietro il pagamento di 3.000 euro, grazie ad assunzioni fittizie e a documentazione falsa.
Il Pm di Bologna Stefano Orsi ha fatto notificare a dieci persone, sei bolognesi e quattro nordafricani, avvisi di fine indagine. Per i sei italiani l’accusa e’ di associazione per delinquere finalizzata a commettere piu’ reati contro la fede pubblica e in materia di collocamento al lavoro e immigrazione clandestina.


Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura, il capo e promotore dell’attivita’ sarebbe il titolare di una associazione con sede a Bologna che si autodefinisce ”a tutela degli emigrati ed immigrati”. A tre suoi collaboratori – sempre secondo questa ricostruzione – sarebbe spettato il compito di fare l’intermediazione tra le aziende private e i lavoratori immigrati, con assunzioni fittizie e a volte retrodatate per ottenere le condizioni apparenti per far ottenere fraudolentemente i permessi di soggiorno. Un quinto indagato, titolare di una ditta, si sarebbe prestato all’assunzione fittizia di immigrati in cambio di somme di denaro. Il sesto accusato di associazione, un ragioniere, avrebbe predisposto i documenti falsi, come le buste paga, e fatto da consigliere in materia giuridico-amministrativa.


Per i sei c’e’ anche l’accusa di aver favorito la permanenza degli immigrati clandestini in Italia. Nell’avviso di fine indagine sono poi riportati i nomi di una cinquantina di immigrati che avrebbero ottenuto dietro il pagamento di 3.000
euro, oltre alle spese, i permessi di soggiorno.
Per tutti e dieci gli indagati e’ stata ipotizzata l’accusa di falso ideologico. Per tre c’e’ pure un reato previsto dalla legge Biagi, per aver esercitato in mancanza di autorizzazione attivita’ di intermediazione nel lavoro.