Vendite in calo per quantità e fatturato, soprattutto al Sud, e aspettative stazionarie per l’immediato futuro. E’ questa la sintesi dei dati relativi all’andamento congiunturale del commercio e dei servizi nel periodo aprile-giugno, diffusi da Unioncamere, dalla quale è possibile ricavare anche i settori sui quali gli italiani hanno risparmiato di più.


Secondo l’indagine del Centro Studi dell’Unione delle Camere di commercio, le vendite sono diminuite nel secondo trimestre dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un picco di -3,3% nell’abbigliamento e un importante -1,6% nel settore alimentare. In discesa anche il fatturato, che ha segnato un -1,1% a livello globale, con un record negativo nel turismo, in calo del 2,7%. In controtendenza – segnala l’ indagine – i supermercati, con vendite in crescita dell’ 1%.

Il calo ha colpito soprattutto i piccoli esercizi commerciali, le cui vendite sono scese, tra a aprile e giugno, del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2004. Rosso anche per la media distribuzione, che ha segnato un -2,1%, mentre supermercati e ipermercati sono in controtendenza, con le vendite che sono cresciute di un punto percentuale. I piccoli negozianti che hanno maggiormente risentito del calo dei consumi sono quelli dei settori alimentare e abbigliamento, con vendite in diminuzione rispettivamente del 3,3 e del 5,1%. Sempre più – al contrario – gli italiani che si servono ai supermercati per riempire la propria dispensa: le vendite di prodotti alimentari nella grande distribuzione sono infatti salite dell’1,5% nel periodo oggetto dello studio.

I dati disaggregati per area territoriale, mostrano un calo sensibilmente maggiore nel Mezzogiorno d’Italia. Al Sud, infatti, le vendite complessive hanno fatto segnare un -2,5% su base annua, con un record di -3,6% in Basilicata. Anche in questo caso, il dato colpisce particolarmente i piccoli negozi, che nel Meridione hanno visto le loro vendite contrarsi del 3,7%. Situazione migliore, ma pur sempre negativa, nel resto del Paese, dove la diminuzione delle vendite si assesta intorno al punto percentuale: -0,8% al Nord-est, -0,9% al Centro e -1% al Nord-ovest, con la ripartizione tra piccola, media e grande distribuzione che ricalca le dinamiche nazionali.