Il 26 luglio scorso il consiglio regionale ha approvato la legge contenente norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro. Il giudizio di Confcooperative Modena è positivo, anche se rimangono serie perplessità su alcuni capitoli e altri dovranno essere riempiti di contenuti nei prossimi mesi.

L’elaborazione del testo – dichiara Alessandro Monzani, responsabile ufficio sindacale Confcooperative Modena -, fortemente voluto dall’assessore regionale al Lavoro Mariangela Bastico, è iniziata già nel 2004 con una connotazione, a detta di molti, di spiccata contrapposizione alla Legge Biagi. L’intenzione della Giunta di far approvare il provvedimento prima della fine della VII legislatura è stata frustrata dalla netta opposizione delle minoranze che contestavano lo spirito (appunto la contrapposizione) e i contenuti (troppo generici). La nuova Giunta Errani ha messo il progetto di legge tra le priorità e ha fatto ripartire il confronto con le parti sociali. Il maggior tempo a disposizione, sia nella fase preparatoria che in quella di dibattito assembleare, ha consentito la messa a punto di un testo ritenuto da tutti più equilibrato. Altri due fattori hanno però contribuito alla positiva conclusione: la consapevolezza che senza una legge regionale alcuni istituti, come il nuovo apprendistato, non sarebbero stati applicabili e la definizione, in parallelo all’iter legislativo, dei successivi passaggi amministrativi. Già il 1° agosto infatti la Giunta ha adottato la delibera, concordata con le parti sociali nel mese di giugno, per l’utilizzo dell’apprendistato professionalizzante a decorrere dal 12 settembre. Un percorso altrettanto veloce si prevede per l’attuazione del capitolo sui servizi per il lavoro. Per la parte sulle politiche attive per il lavoro e la stabilizzazione del lavoro deve ancora essere delineato il percorso operativo.

Per il momento – continua il responsabile ufficio sindacale Confcooperative Modena -, l’assessore Bastico ha incassato una prudente disponibilità delle associazioni datoriali che, se non vogliono la precarizzazione del lavoro fine a se stessa, non sono però disponibili a cedere le flessibilità conquistate e già messa a dura prova in sede di contrattazione collettiva. Forse l’unico vero punto di incomprensione rimane quello sul ruolo della cooperazione sociale. Dopo alcune affermazioni di principio sul sostegno alle persone in stato di svantaggio, condivise da Confcooperative, la legge non valorizza lo strumento cooperativo. I programmi di inserimento lavorativo nelle cooperative sociali sembrano considerati l’ultima possibilità dopo aver sondato tutte le altre, è un po’ come essere considerati la ruota di scorta. Per l’attivazione di questi strumenti è comunque necessaria la stipula di convenzioni quadro a livello provinciale: sarà questo uno dei primi e più significativi banchi di prova per la “Legge Bastico”.

Confcooperative Modena si attiverà con l’assessorato provinciale per avviare le necessarie procedure di concertazione.
Si tratta di una partita che la cooperazione sociale modenese intende giocare a tutto campo.