“I familiari dei pazienti ricoverati al Policlinico potranno soggiornare nella nuova struttura che sarà costruita nei prossimi anni all’interno dell’area del Policlinico o, in alternativa, nelle immediate vicinanze su un terreno comunale”.

Lo ha dichiarato nel corso del Consiglio comunale l’assessore alle Politiche per la Salute Simona Arletti, rispondendo ad un’interrogazione con cui Achille Caropreso (Indipendente) chiedeva a che punto fosse il progetto di costruzione della casa alloggio presso il Policlinico, anche in considerazione del fatto che “nel corso della passata consigliatura, il Consiglio comunale della nostra città approvò – con sostanziale unanimità – una delibera che prevedeva la costruzione di una casa alloggio per i parenti dei pazienti ricoverati, all’ interno dell’ area del Policlinico, in relazione al fatto che non pochi degenti, particolarmente bambini, provenenti di altre Regioni o addirittura altri Stati, sono ricoverati presso la struttura sanitaria cittadina”.

Simona Arletti ha ricordato di aver svolto incontri con le associazioni, con la Direzione sanitaria e generale del Policlinico per capire i reali fabbisogni e il tipo di struttura più utile: “Siamo giunti ad un’ipotesi progettuale di un edificio di circa 800 metri quadrati, composto da 14 monolocali per due persone con bagno e cucina, eventualmente collegabili, realizzabili su tre piani, con qualche spazio comune a piano terra. Occorre ancora definire l’area – ha precisato l’assessore – cosa che vedremo a breve con la nuova Direzione Generale dell’Azienda Policlinico, ma la scelta si è ristretta a due opzioni: o all’interno del Policlinico o nelle immediate vicinanze su un terreno comunale”.

L’assessore ha aggiunto che “prima ancora di preoccuparci giustamente della possibilità di ottenere fondi per la costruzione dell’edificio – che costerà non meno di due milioni di euro – la mia vera preoccupazione è studiare la sostenibilità economica del progetto nel tempo, per far sì che i costi di gestione siano compatibili con un affitto dei monolocali a prezzi contenuti e sostenibili da famiglie di ogni estrazione sociale. Dovremo in sostanza capire se sia possibile una gestione dei locali attraverso il volontariato o se utilizzare altre forme magari più onerose, ma più stabili, o molto più probabilmente come conciliare entrambe le forme: una gestione efficace che si avvalga sia del contributo del volontariato, sia che utilizzi anche professionalità specifiche. Una cosa è certa – ha proseguito Simona Arletti – è un’opera complessa, ma che va portata avanti con decisione e io sono intenzionata a seguirne il lavoro”.

L’assessore ha colto l’occasione per ricordare che il tema sollevato da Caropreso, proposto in prima istanza da Olga vecchi nel corso della precedente legislatura, “non ha affatto perso di importanza nel tempo, al contrario. Nel 2005 alcune eccellenze sanitarie hanno portato a Modena molti pazienti provenienti da fuori città. In campo oncoematologico pediatrico, ad esempio, dei 330 ricoveri, 241 sono relativi a pazienti provenienti da altri comuni della provincia e 90 da fuori provincia. In campo trapiantologico si sono registrati 97 pazienti da fuori Modena, di cui 52 per il fegato e 45 per il rene, oltre che 219 ricoveri ordinari in oncologia e 469 in day-hospital.

Achille Caropreso si è dichiarato soddisfatto della risposta, auspicando che “si possa raggiungere l’obiettivo in termini ragionevoli”.