La Regione Emilia-Romagna condivide e fa propri i principi e gli obiettivi espressi nella Carta europea per l’uguaglianza e le parità delle donne e degli uomini nella vita locale. Lo ha deciso la Giunta regionale, che su proposta dell’assessore regionale alle Pari Opportunità Paola Manzini, ha deliberato l’avvio del percorso di approfondimento e di condivisione al documenti europeo, adottato a Innsbruck nel maggio del 2006 dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (Ccre).

“Il principio di uguaglianza e pari opportunità deve essere effettivamente attuato a tutti i livelli e non solo proclamato in modo astratto – ha detto l’assessore Manzini – Proprio perché si condividono i principi, gli obiettivi e le azioni previste dalla Carta europea, la Regione ha deciso di utilizzare l'”Area di integrazione del punto di vista di genere e valutazione del suo impatto sulle politiche regionali”, istituita con l’obiettivo di superare la frammentazione delle politiche di genere e di pari opportunità”.

Con l’istituzione di questa Area di integrazione, la Regione intende coinvolgere tutte le Direzioni regionali, per impostare una strategia d’azione che dia organicità e congruenza ad una programmazione integrata, in una logica di governance interna ed esterna alle strutture regionali, come richiesto dall’Unione europea.

La carta europea per la parità fra uomini e donne nella vita locale
E’ destinata agli enti locali e regionali d’Europa che sono invitati a firmarla, a prendere pubblicamente posizione sul principio della parità fra donne e uomini e ad attuare, sul proprio territorio, gli impegni definiti nella Carta.
Per assicurare la messa in atto degli impegni, ogni firmatario deve redigere un Piano d’azione per la parità che fissi le priorità, le azioni e le risorse necessarie alla sua realizzazione.
Inoltre, ogni autorità firmataria s’impegna a collaborare con tutte le Istituzioni e Organizzazioni del territorio per promuovere concretamente l’instaurarsi di una vera uguaglianza.
La Carta è stata redatta nell’ambito del progetto (2005-2006) realizzato dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa, e sostenuto dalla Commissione europea nell’ambito del 5° Programma d’azione comunitario per la parità tra donne e uomini. Il documento ritiene che gli enti locali e regionali, gli ambiti di governo più vicini ai cittadini, rappresentino i livelli d’intervento più idonei per combattere il persistere e il riprodursi delle disparità e per promuovere una società veramente equa e che possano, nelle loro sfere di competenza ed in cooperazione con l’insieme degli attori locali, intraprendere azioni concrete a favore della parità.