Tra le ricerche presentate nel corso del meeting del 14 dicembre scorso, l’Osservatorio sulla stampa locale analizza la rappresentazione degli immigrati a Sassuolo su Resto del Carlino e Gazzetta. Molti gli spunti di riflessione per i protagonisti del mondo dell’informazione modenese.

Il monitoraggio dei quotidiani locali e nazionali ha riguardato il primo semestre 2006 e il primo semestre 2007: all’Osservatorio sulla stampa locale del Centro Ferrari di Modena il Comune ha chiesto di analizzare tutti gli articoli che, in quei periodi, hanno trattato il tema dell’immigrazione a Sassuolo.

Un’analisi quantitativa e qualitativa, dalla quale sono emersi diversi temi utili al lavoro non solo del Comune, ma anche di enti, associazioni, organi istituzionali, così come dei responsabili delle pagine locali dei quotidiani.

Il tema dell’immigrazione associato a Sassuolo è apparso circa un migliaio di volte nei due giornali locali nei periodi presi in esame, con una maggiore incidenza nel 2006 rispetto al 2007 (694 articoli contro 287) e un rapporto nel complesso leggermente a favore della Gazzetta di Modena rispetto al Resto del Carlino: nel 2006 la Gazzetta ha superato ampiamente il Carlino (397 a 297 articoli), nel 2006 è stato il Carlino ad affrontare il tema con maggiore frequenza (154 a 133 articoli).
Tra le fonti, sono quelle istituzionali le più presenti: gli attori principali del sistema informativo, almeno quello che direttamente è possibile rintracciare sulle testate giornalistiche, sono gli operatori dell’informazione, le fonti informative istituzionali, le fonti informative societarie nonché i lettori.

“Il Comune, e il sindaco in particolare, risulta protagonista dell’informazione sulla questione immigrazione” – si legge nella ricerca presentata il 14 dicembre – . “Dall’analisi degli articoli comparsi sulla stampa, si può constatare che i comunicati del Comune sono risultati efficaci (cioè ripresi in maniera fedele e spesso completa) e che la scelta, confermata con coerenza anche nelle interviste non mediate dai comunicati, è stata di un linguaggio diretto e comprensibile dei rappresentanti del Comune, in particolare del sindaco senza mai cadere nel “politichese” o in generici richiami alla solidarietà”.
Questo elemento, di per sé positivo, pone tuttavia le fonti istituzionali in una condizione di difficoltà: pur dotate della necessaria e qualificata struttura organizzativa corrono esse stesse il rischio della autoreferenzialità. Raccontando che cosa fanno e come lo fanno rispetto alle problematiche degli stranieri, di fatto non fanno altro che confermare per non dire alimentare nella percezione dei lettori che lo straniero è appunto, un problema vero.

Un altro dato importante è quello riferito al quartiere Braida, che risulta la parola più ricorrente negli articoli presi in esame con 98 citazioni: di fatto, il nome di un quartiere è divenuto sinonimo di un problema. Braida, infatti, non viene utilizzato solo come elemento di localizzazione, ma è divenuto un termine che assume nel contesto giornalistico il valore di tematismo. E come tale è ormai entrato nell’uso comune anche fuori dal contesto sassolese.
Braida, infatti, in alcuni articoli di cronaca è divenuto il termine di paragone per definire le dimensioni di un fenomeno legato alla mancata integrazione, alle difficoltà di convivenza con gli stranieri, al disagio sociale creato dalla presenza di clandestini o, più genericamente, di immigrati.

Il rapporto termina con un’indicazione di quelle che potrebbero essere le piste di lavoro per gli attori del mondo informativo locale, partendo dalle criticità emerse e dalle potenzialità registrate.
“Le caratteristiche delle notizie sugli stranieri denotano la mancanza di un rapporto stabile fra i mass media e le associazioni e una struttura delle fonti sbilanciata sul fronte istituzionale”. Se da un lato le fonti istituzionali, e il Comune in particolare, debbono affrancarsi dal rischio dell’autoreferenzialità e contribuire alla creazione di una rete in cui anche le associazioni e le fonti informali che rappresentano gli stranieri abbiamo un rapporto diretto con la stampa, dall’altro i giornalisti dovrebbero creare relazioni più strette con le realtà intermedie e abituarsi ad approfondire maggiormente alcuni tipi di notizie. Un impegno che viene chiesto agli uni e agli altri, per una migliore comprensione dell’immagine delle associazioni ma soprattutto delle realtà ad esse collegate. La strada da seguire – si legge nel rapporto diffuso il 14 dicembre – risulta ancora quella della conoscenza reciproca orientata ad un rinnovamento dell’attenzione, che possa coinvolgere, a partire dai soggetti attivi della comunicazione giornalistica, tutti coloro che la fruiscono”.