Buona sera,

vi scrivo per segnalare una realtà che, se paragonata a tanti altri fatti di cronaca ben più drammatici, potrebbe sembrare non grave, ma che, se analizzata con un po’ di attenzione, credo debba portare un po’ tutti a qualche riflessione.

Abito da solo un anno a Sassuolo, nel quartiere di PonteNuovo.

Un anno fa, sempre nella notte di Halloween, io e mio marito abbiamo subito un atto di vandalismo alla nostra auto, placidamente parcheggiata in strada. I responsabili dei ragazzini, sicuramente non maggiorenni, in giro per le via della nostra città a suonare campanello dopo campanello con la richiesta tutta statunitense e per nulla europea del “dolcetto o scherzetto?”.

Bene, un anno fa, non avendo nulla di decente da dare loro abbiamo semplicemente salutato e riagganciato il citofono, ben lontani dal pensare che lo “scherzetto” sarebbe effettivamente seguito, e che si sarebbe trattato di puro vandalismo sulla nostra auto parcheggiata sulla via. Non abbiamo sporto denuncia, sottovalutando la cosa e ritenendo, credo a torto, che a nulla sarebbe servito se non a riempire con altre scartoffie i già stracomi archivi delle nostre questure.

Quest’anno, nella notte di Halloween, stanotte, al suono del campanello, siamo stati naturalmente un po’ più diffidenti e guardinghi.

Mi sono messa davanti al videocitofono in silenzio, vedendo davanti al mio cancello ragazzi decisamente un po’ cresciutelli per pensare che potessero davvero divertirsi a gironzolare sotto la pioggia alla ricerca di di qualche caramella.

Non ricevendo risposta i nostri ragazzi del “dolcetto o scherzetto” si sono dedicati a sputare a turno sul mio campanello. A quel punto ho segnalato la mia presenza facendomi sentire e, colti di sorpresa, si sono allontanati.

Mio marito, pochi minuti dopo, è sceso in strada e ha trovato questo gruppetto di 5/6 ragazzini, di età dai 13 ai 16 anni circa, fermi davanti ad un altro cancello poco più avanti dove due uomini adulti litigavano a causa loro. i toni erano piuttosto accesi, al limite della colluttazione fisica e, vista la situazione, sono scesa a mia volta chiamando nel frattempo i carabinieri e la polizia.

Un primo signore li accusava di avergli appena fatto saltare la cassetta delle lettere con un petardo (cosa che mio marito mi conferma è successo anche a casa nostra per due anni consecutivi prima che io mi trasferissi qui), il secondo cercava di calmarlo, vedendolo particolarmente agitato, sdrammatizzando con il fatto che “sono solo ragazzini minorenni”.

Ora, posto che ritengo che due adulti che litigano a certi livelli e con certi toni siano sempre e comunque in errore, chiarisco che anche io e mio marito eravamo piuttosto agitati. I ragazzetti stavano davanti a noi senza nessun timore, e nonostante io dicessi loro di avere chiamato le forze dell’ordine, non sembravano troppo preoccupati, nè tantomeno sorpresi.

I ragazzi hanno cominciato tuttavia ad allontanarsi, mentre noi gli dicevamo di averli visti, che comportarsi così non ha senso, che sarebbe il caso di andare a casa, a leggere un libro o fare qualcosa di più utile, piuttosto che stare in giro in questo modo. La loro risposta, messo qualche metro di distanza, si è sviluppata in insulti del calibro di “puttana”, “te lo metto nel c***” ed altri “francesismi” del genere.

Ora, le considerazioni che faccio sono almeno tre.

La prima: i carabinieri, che alla mia chiamata mi hanno risposto “Abbiamo già due battuglie in giro per questo motivo, stiamo ricevendo un sacco di telefonate uguali alla sua” non si sono visti. Nè durante l’episodio, nè tanto meno nelle ore successive. Idem la polizia locale. Il dubbio rispetto a questo mi nasce spontaneo: ma se ci sono state tutte queste telefonate, forse significa che non è la prima volta anche per altri cittadini. E, se è così, non sono decisamente sottodimensionate due pattuglie in giro per Sassuolo in una notte come questa che rischia di essere completamente storpiata dal suo significato originario per virare invece verso atteggiamenti tutt’altro che divertenti?

La seconda: sento spesso le persone lamentarsi del vandalismo, dei ragazzetti maleducati in giro, del fatto che ormai il mondo è cambiato e la gent se ne frega, sente gridare e gira i tacchi andando altrove. Sottinteso a queste riflessioni: i ragazzetti maleducati e i vandali non sono mai miei figli, o miei vicini, le cose gravi avvengono solo lontane da qui, in puglia, in campania, altrove.

Bene, garantisco che le urla in strada, stasera, ci sono state. Quelle dei due signori che litigavano e, purtroppo e me ne vergogno per questo, anche le mie, decisamente contrariata da questo vandalismo assurdo ad opera di ragazzetti che saranno i nostri adulti del domani. Ponte Nuovo, il quartiere così “perbene”, fatto di ville e villette, abitato da famiglie “a modo”, non ha aperto una finestra, o sollevato una tapparella, per vedere cosa succedeva. E ci sono state grida. lo garantisco. Comprese le mie, quelle di una donna. Siamo quindi noi e non “gli altri”, quelli lontani, quelli che chiamano i carabinieri e si lamentano se non vengono, le stesse persone che parallelamente, se sentono grida in strada, se ne guardano bene dal vedere se c’è bisogno di dare una mano. E siamo anche gli stessi che, di fronte a dei ragazzini che girano in strada, incappucciati come ultras della peggiore specie, non riusciamo ad ammettere che non sono “solo ragazzini minorenni”, quanto piuttosto giovani uomini, che tra pochi altri saranno i nostri uomini.

La terza: riprende la riflessione legata a noi adulti, e al nostro modo di relazionarci ai minori. Un minore che gira, anno dopo anno, per un quartiere della propria città, rigando auto, sputando sui campanelli, infilando raudi nelle cassette della posta, protetto dall’oscurità, dalla carenza di forze dell’ordine e, non da ultimo, dall’approccio tipicamente italiano al problema, fatto di indifferenza, rassegnazione e passività, NON E’ SOLO “un ragazzino minorenne”. Sono minorenni, questo sì, ma che forse in questo modo, chiedono di essere visti e, probabilmente, anche di essere contenuti.

Bene, lascio ora la discussione ad altri, nella speranza che la questione non venga esasperata ma nemmeno ridotta a pura lamentazione, sdrammatizzata a tutti i costi.

Il signore che ha preso le difese dei ragazzini mi ha detto “anche i suoi figli tra qualche anno andranno in giro a rigare le auto”.

Io prego davvero perchè questo non succeda. Io non l’ho mai fatto alla loro età. Mio marito nemmeno. Direi la quasi totalità dei miei amici, neppure. Ribellione adolescenziale non deve assumere il significato di vandalismo. Per nessun motivo. e non può essere sottovalutata.

S.B.