Trentotto persone indagate di cui tre raggiunte da misure cautelari restrittive della libertà personale. Questo il bilancio di una operazione – ribattezzata ‘Free pass’ – condotta dalla Guardia di Finanza di Rovigo, in collaborazione con i comandi provinciali di Bologna, Forli e Ravenna coordinati dalla procura di Bologna, che ha permesso di colpire una associazione criminale dedita al favoreggiamento e allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

L’indagine delle Fiamme Gialle ha preso le mosse da un normale controllo fiscale in un laboratorio tessile di Occhiobello, nel Rodigino, dove erano stati identificati tre operai cinesi risultati beneficiari della procedura di regolarizzazione meglio conosciuta come ‘sanatoria per colf e badanti’. Procedura viziata, secondo i rilievi dei Finanzieri, dall’utilizzo di falsi contratti di lavoro come colf o badanti.

A fare da regia, nella vicenda, un sodalizio di imprenditori e professionisti emiliani, tra cui un ragioniere ed un avvocato entrambi del bolognese che, grazie alle proprie conoscenze, erano riusciti a reperire numerosi ‘clienti’, circa 200, tra cittadini cinesi, albanesi, bengalesi, marocchini e tunisini.

Secondo la ricostruzione dei finanzieri, gli interessati versavano all’organizzazione una somma variabile tra i 5.000 ed i 7.000 euro. Ai datori di lavori compiacenti veniva invece elargita dagli organizzatori del sistema illecito, la somma di 1.000 euro. Dopo la sanatoria del 2009, una nuova occasione di guadagno si è presentata con il decreto flussi 2010 per lavoratori extracomunitari.  Complessivamente gli indagati nella vicenda sono trentotto.

I reati contestati vanno dal favoreggiamento all’immigrazione clandestina, dalla falsità materiale ed ideologica in atto pubblico alla falsità in dichiarazioni rese al pubblico ufficiale al favoreggiamento personale, con l’aggravante di avere agito al fine di trarne profitto e in concorso tra più di cinque persone. Tra di essi tre soggetti, tra i quali due professionisti emiliani iscritti ai rispettivi albi professionali (un ragioniere ed un avvocato), sono risultati destinatari di misure cautelari restrittive della libertà personale, in quanto ritenuti gli ideatori, organizzatori e promotori dell’illecito sistema contestato. Essi rischiano ora la radiazione dall’Ordine professionale di appartenenza.