carabinieri-manetteInsanguinata e con la maglietta strappata si è presentata ai Carabinieri di Bagnolo in Piano raccontando l’orribile vicenda che l’ha vista essere stata violentata da due uomini. Uscita di casa per andare a comperare una ricarica telefonica si è messa alla guida dell’auto del fidanzato venendo lampeggiata in maniera continua da una Golf:  credendo che la volessero sorpassare si è fermata ignara che di “firmare” la sua condanna. La Golf, superatala, si posizionava di traverso impedendole di proseguire la marcia. Quello che aveva visto alla guida dell’auto le apriva lo sportello colpendola con due pugni in faccia mentre il complice la raggiungeva e puntandole un coltello si sedeva in macchina con lei intimandogli di seguire la Golf. In prossimità di un campo di mais veniva brutalmente violentata.

Quella vissuta il pomeriggio del 7 luglio dello scorso anno è stata per la vittima, una 30enne residente nella bassa reggiana, un’orribile esperienza che ha visto i Carabinieri di Bagnolo in Piano riuscire a raccogliere incontrovertibili elementi di responsabilità a carico dei fratelli M.E.A. 37enne e A.E.A. 35enne, entrambi residenti a Cadelbosco Sopra arrestati e poi, dopo la convalida rimessi in libertà dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia la cui decisione è stata impugnata dal sostituto titolare delle indagini. Il Tribunale della Libertà di Bologna ha, infatti, accolto il ricorso del pm Maria Rita Pantani – che coordina l’inchiesta dei carabinieri di Bagnolo – e disposto la misura cautelare in carcere per i due fratelli nordafricani. La decisione è stata a sua volta impugnata in Cassazione dai legale dei due indagati “congelando” la carcerazione dei due fratelli.

Quest’ultima impugnazione è stata rigettata dalla Suprema Corte con il provvedimento restrittivo di natura cautelare che quindi è divenuto esecutivo. I carabinieri della Stazione di Bagnolo in Piano a cui l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata trasmessa per l’esecuzione, si sono subito messi alla ricerca dei due fratelli uno, ovvero il 37enne M.E.A., è stato rintracciato ed arrestato a Cadelbosco Sopra mentre il 35enne A.E.A. è stato raggiunto e fermato al porto di Genova mentre era in procinto di imbarcarsi su una nave diretta in Marocco. I due sono quindi stati ristretti in carcere a disposizione dell’Autorità. mandante.