Un appuntamento speciale di “Gained in Translation”, il ciclo di seminari sulla ricerca traslazionale, verrà dedicato questo pomeriggio alla celebrazione dei 60 anni dalla scoperta della Doppia Elica.

Saranno relatori la Dott.ssa Adriana Albini, Direttore del Dipartimento Infrastruttura Ricerca e Statistica, la Dott.ssa Livia Garavelli, Responsabile Struttura Semplice Dipartimentale Genetica Clinica e la Dott.ssa Fabrizia Franchi, Direttore facente funzioni della Struttura Complessa Laboratorio di Genetica.

Era il mese Aprile del 1953 quando comparvero sulla prestigiosa rivista scientifica Nature tre articoli destinati a modificare definitivamente la ricerca biomedica successiva e, con essa, l’approccio alle malattie dal punto di vista della diagnosi e della cura (http://www.nature.com/nature/dna50/archive.html):

1) “A Structure for Deoxyribose Nucleic Acid” di Watson e Crick;

2) “Molecular Structure of Deoxypentose Nucleic Acids” di Wilkins, Stokes e Wilson;

3) “Molecular Configuration in Sodium Thymonucleate” di Franklin e Gosling.

Negli articoli veniva definita, per la prima volta, la struttura tridimensionale ad elica della molecola in cui è conservata l’informazione genetica di ogni essere vivente, il DNA. Per questi lavori, nell’anno 1962, James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins furono insigniti del Nobel per la Medicina.

La scomparsa prematura di un’altra scienziata, Rosalind Franklin morta per tumore nel 1958, ha impedito che venisse riconosciuto il contributo fondamentale che i suoi dati cristallografici avevano avuto nello sviluppo del modello.

“Il principale merito di James Watson e Francis Crick” spiega Adriana Albini “fu quello di capire per primi che la struttura del DNA offriva una spiegazione di come il materiale genetico potesse venir duplicato in modo da trasmettere, dalla cellula madre alla cellula figlia, identiche molecole di DNA. Un successivo articolo sulla rivista Nature, pubblicato nel mese di Maggio dello stesso anno, sviluppava ulteriormente il meccanismo di trasmissione”.

Da allora sono state molte le tappe importanti tra cui la sequenza del genoma e la scoperta dell’importanza delle zone “d’ombra”, ovvero quella parte del DNA che non è occupata da geni. Nuovi orizzonti sono oggi la medicina personalizzata e la “precision medicine”, che prevede l’utilizzo della genomica e della epigenomica per definire i percorsi individuali della malattia ed ottenere i migliori trattamenti possibili per singolo paziente.

Adriana Albini relazionerà oggi su “Dal DNA alla Diagnostica Molecolare, alla Medicina Personalizzata”, Livia Garavelli parlerà di ”Evoluzione delle conoscenze e Genetica Clinica”, mentre Fabrizia Franchi illustrerà “Il Laboratorio di Genetica”

Saranno moderatori del seminario Alessia Ciarrocchi e Davide Nicoli, biologi ricercatori del Laboratorio di Biologia Molecolare.

L’incontro, previsto alle ore 14.00 a Palazzo Rocca Saporiti in Viale Murri n.7, è aperto al pubblico.