Giovedì 16 maggio alle ore 18,30 un Consiglio Comunale praticamente deserto, data l’ora infelice, ha votato ( presenti 12 Consiglieri, favorevoli 11, contrari 1, cioè solo Rifondazione Comunista ) il rinnovo della Convenzione con le scuole FISM, cioè le scuole paritarie private; un argomento non di poco conto vista l’attualità del dibattito, riportato agli onori della cronaca dal referendum consultivo sui finanziamenti pubblici alle scuole private, richiesto da oltre 13 mila cittadini a Bologna, sottoscritto dalle più note personalità del panorama politico, accademico e sociale (come Stefano Rodotà, Margherita Hack, Corrado Augias, Gino Strada, Maurizio Landini, Luciano Gallino, solo per citarne alcuni..) e che si terrà il 26 maggio a Bologna, ma che ha già di trascinato nella discussione l’Italia intera.

(Per maggiori informazioni si consiglia di guardare il sito: http://referendum.articolo33.org).

L’Italia intera ma evidentemente non ancora Montecchio Emilia, dove il rifinanziamento alle scuole confessionali di 87 mila euro per il 2013, di 89 mila euro per il 2014 e di 91 mila euro per il 2015, più 15 mila euro all’anno per interventi infrastrutturali, a fronte dei sempre più penalizzanti tagli alla pubblica istruzione, pare non suscitare particolare interesse nei consiglieri di maggioranza e di opposizione.

La scelta di stanziare fondi alle scuole private, vogliamo ricordarlo, quando il pubblico non riesce a far fronte alle richieste di iscrizione dei cittadini ed è costretto perciò a dirottarli sulle scuole private, rappresenta il suo stesso fallimento, il fallimento di un sistema formativo che si voleva in origine integrato pubblico-privato, ma che altro non è se non una delega educativa alle scuole a carattere confessionale (perché questo sono le scuole FISM) ed una precisa scelta politica. Dal 1994 ad oggi, con quei finanziamenti, invece di contribuire a calmierare le rette delle scuole private si poteva forse ampliare la Scuola dell’Infanzia Statale, invariata da almeno cinquant’anni nonostante Montecchio abbia quasi raddoppiato la popolazione, e richiedere allo Stato nuove sezioni, si potevano aggiungere altre sezioni di scuola comunale, si poteva arrivare all’autosufficienza in modo che frequentare una scuola piuttosto che un’altra, sia davvero frutto di una libera scelta delle famiglie e non disperata ricerca dell’ultimo posto disponibile. Ma se così non è stato fino ad oggi, non vi sembra ci sia una precisa responsabilità e scelta politica? Con 2 mila euro annui in più rispetto alla precedente Convenzione, il Comune facilita l’accesso alla scuola privata cattolica riducendone la retta mensile, il contributo di tutti serve per accedere alla scuola dei pochi, non alla scuola di tutti. Si dirà che le scuole private convenzionate offrono comunque un servizio pubblico, ma la scuola pubblica non è semplicemente un servizio, è soprattutto un diritto sancito dalla Costituzione ed esigibile sempre e senza distinzioni; ogni famiglia è libera di scegliere per i propri figli una scuola privata qualsiasi ma “senza oneri per lo Stato” (art. 33 della Costituzione), cioè senza costi per lo Stato, perché “c’è un obbligo costituzionale di provvedere alla scuola pubblica. In caso di penuria di risorse, do denaro ai privati solo dopo aver soddisfatto le esigenze del pubblico.” (S. Rodotà in un intervento pubblico a Reggio Emilia).

E allora cercare di azzerare le liste d’attesa finanziando in misura sempre maggiore il privato, mandare le famiglie, che magari non condividono il patto educativo della dottrina cristiana ma che non trovano posto nelle scuole pubbliche, a sottoscrivere ed accettare una educazione il cui obiettivo è “la trasmissione della dottrina e della fede Cattolica (dalla Carta formativa della scuola Cattolica), vi sembra sia garantire il diritto alla libertà di scelta di ogni famiglia? O non è piuttosto una scelta politica esplicita del Sindaco, della Giunta e dei consiglieri democratici?

Domenica a Bologna gli elettori hanno scelto di riaprire la discussione ed hanno rivendicato il diritto di poter decidere che i soldi di tutti servano alla scuola di tutti; chissà se anche a Montecchio Emilia si potrà un giorno essere liberi di parlarne senza per questo dover subire attacchi ed insulti personali o sembrare degli extraterrestri.

(Giorgia Riccò, Capogruppo Rifondazione Comunista – Consiglio Comunale Montecchio Emilia – Gianfranco Fontanili, Segretario Rifondazione Comunista – Circolo di Montecchio Emilia)