Negli ultimi giorni stiamo assistendo all’espandersi di un’epidemia che sta colpendo duramente in tutta la regione :

no, non sto parlando né della febbre del nilo né del virus dell’aviaria ,  mi riferisco alle conversioni di politici che fino a pochi giorni fa ritenevano Matteo Renzi quasi come un personaggio di destra infiltrato nella sinistra italiana e che ora invece sono pronti ad appoggiarlo quasi come fosse il nuovo messia.

Queste conversioni sulla via per Damasco , come dimostrano purtroppo le tristi vicende di quella parte del mondo , rischiano di annebbiare la realtà dei fatti e di dare l’idea di cambiare tutto per poi alla fine non cambiare niente.

Politici fino a ieri antagonisti che ora diventano alleati, costituzionalisti di sinistra che riflettono sulla candidabilità di un avversario politico e responsabili del nostro partito che si trovano bene rinchiusi nel loro fortino senza avere la lungimiranza di capire che per governare con una discreta maggioranza bisogna cercare anche i voti di chi non ti ha mai votato , proponendo magari idee nuove.

E la base ? La nostra cara vecchia base del partito ? A parte fare volontariato nel montare gli stand alle varie feste locali e a lavorare duramente nei ristoranti e nei servizi d’ordine all’interno, riusciamo a fare proposte concrete ? Ad allargare ad altre persone i nostri ideali ,le nostre speranze per il futuro ,a condividere i nostri sogni e soprattutto ad ascoltare e a discutere insieme di cosa si intende oggi amministrare il patrimonio pubblico ? Per il futuro serve prima di tutto ottimismo e voglia di fare , non avere paura del nuovo che avanza e magari persone che con competenze e onestà sono pronte a parlare insieme per cercare di migliorare questo nostro paese attraverso una buona politica.

Ecco, mi ero ripromesso di non pronunciare quest’ultima parola ma nel momento in cui molte persone si allontanano dal voto e dai partiti bisogna parlarne : no, non parlare della politica come potere e come clientelismo, no,  neanche della politica come stipendio sicuro o come enti locali usati come parcheggio di ex-politici non più considerati.

Io voglio parlare di politica come buona amministrazione, voglio parlare di politica come gestione dei servizi per tutti quelli che ne hanno bisogno, voglio parlare di politica che si occupi di risolvere i problemi dell’istruzione, voglio parlare di politica che gestisca il patrimonio comune come se fosse di tutti e non solo di alcuni, voglio parlare di politica che metta prima di tutto gli interessi del paese davanti ai suoi.

Utopia? Illusione? Quello che è sicuro è che negli ultimi anni mi sono sentito sballottato da una corrente all’altra dimenticandomi totalmente dell’identità politica del mio partito, ma ora è il momento di riprenderci il nostro PD e trasformarlo per la buona amministrazione del paese allargando la nostra cara e vecchia base.

Loris Casini