violenza-donnePer un anno è stato il fidanzato ideale per poi, senza alcun motivo apparente, divenire il suo incubo con tanto di gratuite violenze e persecuzioni per le quali, al termine delle indagini, i Carabinieri della Stazione di Castellarano l’hanno denunciato alla Procura reggiana che, nella persona del Dott.ssa Maria Rita Pantani, Sostituto titolare dell’inchiesta, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri richiedeva ed otteneva dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura coercitiva del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ragazza prescrivendogli di mantenere comunque una distanza di almeno 300 metri frequentati vietandogli inoltre di comunicare attraverso qualsiasi mezzo con lei. Provvedimento di natura cautelare che è stato eseguito dai Carabinieri della Stazione di Castellarano che avevano denunciato l’uomo. Lei una 30enne reggiana lui un operaia 25enne abitante a Castellarano: sono loro i protagonisti di questa vicenda. La violenza dell’uomo si è manifestata a metà dello scorso mese di novembre con l’uomo che a seguito di un diverbio ha sferrato un pugno alla ragazza fratturandole il setto nasale. Alla vista del sangue, invece che pentirsi, la minacciava di morte qualora avesse sporto denuncia. Quello stesso giorno le inviava una ventina di sms con minacce di morte e offese tutti visionati dai Carabinieri che durante la stesura del verbale avevano modo di verificare che sull’utenza della ragazza giungevano altri sms di minacce tutti acquisiti quali prove dai Carabinieri. La denuncia veniva poi integrata con altre sempre relative all’invio di ossessivi sms di morte. Episodi delittuosi che riscontrati dai carabinieri hanno portato all’odierno provvedimento restrittivo richiesto ed ottenuto dalla D.ssa Maria Rita Pantani, sostituto presso la Procura reggiana titolare dell’inchiesta. I Carabinieri della Stazione di Castellarano ricevuta l’ordinanza applicativa della misura cautelare, vi davano esecuzione rintracciando l’uomo che veniva sottoposto alla misura coercitiva del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ragazza prescrivendogli di mantenere comunque una distanza di almeno 300 metri frequentati vietandogli inoltre di comunicare attraverso qualsiasi mezzo con lei.