Alpinismo-InvernaleIl nostro Appennino, d’inverno, è sempre più frequentato da alpinisti, sci alpinisti e appassionati di ciaspole. Ma la montagna, in presenza di neve, può essere pericolosa e va affrontata con la giusta attrezzatura e con una adeguata preparazione. Da tempo il Club Alpino Italiano è impegnato nella diffusione del concetto di prevenzione, con la collaborazione di altre associazioni e istituzioni. Nell’ambito di questa campagna di prevenzione è in programma il 13 marzo una serata rivolta a tutti coloro che frequentano la montagna nel periodo invernale e primaverile in presenza di neve: alpinisti, sci alpinisti, fondisti, escursionisti con e senza ciaspole. “Montagna innevata. Conoscere i pericoli per divertirsi con maggior sicurezza”: è questo il titolo dell’incontro, che si terrà alle 21:00 presso il Centro Sociale Buco Magico in via Martiri di Cervarolo 47 a Reggio Emilia. La serata, all’insegna della prevenzione in montagna, è stata fortemente voluta dal presidente del Cai di Reggio Emilia, Massimo Bizzarri, (che è anche istruttore di scialpinismo), dal presidente collegio Regionale Guide Emilia Romagna Pietro Barigazzi, da Sandro Sterpini del Servizio Valanghe Italiano e Ernesto Crescenzi del Corpo Forestale Emilia Romagna: sarà l’occasione per poter parlare dei pericoli che si corrono durante le uscite su terreno innevato.

All’iniziativa hanno aderito la Scuola di Alpinismo Scialpinismo ed Arrampicata Libera Bismantova del Cai, il Soccorso Alpino dell’Emilia-Romagna (Saer), la Protezione Civile Regione Emilia Romagna, il Gruppo Regionale del Cai ed il Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano. L’iniziativa del Buco Magico fa seguito a quella organizzata il 19 dicembre scorso a Villa Minozzo, in collaborazione con il Comune.

“Nel corso della serata – spiega Massimo Bizzarri – verrà spiegato perché è necessario avere conoscenza del manto nevoso per poterne capire le varie criticità. Tema centrale dell’incontro sarà la prevenzione. Spiegheremo l’uso delle apparecchiature ed attrezzature tecniche adeguate (Artva, pala, sonda, abbigliamento ecc), parleremo del rischio valanghe, ma specialmente vogliamo sfatare la falsa convinzione dei tanti che si avvicinano autonomamente alla escursione su neve, che essendo su un sentiero conosciuto e già percorso tante volte in estate, non vi siano pericoli. Il pericolo zero in montagna non esiste. Il solo fatto di muoversi su un terreno accidentato è fonte di rischio e se poi aggiungiamo il fattore neve si comprende che l’escursione deve essere preparata nei minimi particolari, proprio per limitare al massimo il rischio. L’escursione – aggiunge Bizzarri – si studia a casa sulla carta e sulle guide, si analizza il meteo e il bollettino valanghe. Occorre valutare ed analizzare già almeno una settimana prima quali siano le condizioni della neve, da che parte ha spirato il vento, se vi sono state altre precipitazioni e se ci sono stati rialzi terminc. Una volta sul posto occorre ripercorre mentalmente tutto lo studio fatto a casa e cercare di interpretare il terreno, leggere il manto nevoso, capire se ci sono versanti più soggetti a rischio di altri, senza tralasciare le proprie capacità sia tecniche che fisiche. In montagna la gita finisce e ci si può riposare solo al rientro alla base. Se raggiungo la cima ma vi arrivo distrutto fisicamente, mi esporrò a grossi pericoli nel ritorno: sarò meno preparato agli imprevisti e la fatica mi potrà giocare scherzi di coordinazione. Potrei inoltre trovare condizioni decisamente peggiori del manto nevoso.”