Ambrogio-ManziSecondo l’Articolo 4 del proprio statuto, l’Enoteca Regionale Emilia Romagna svolge la funzione di Ente per la promozione dei vini regionali e persegue i seguenti scopi istituzionali:

a) valorizzare e promuovere l’immagine dei vini di qualità prodotti nel territorio della Regione;

b) esporre permanentemente nella propria sede, o in eventuali sedi distaccate, in Italia ed all’estero, i suddetti vini, purché di alta qualificazione.

c) illustrare le caratteristiche ed i pregi dei prodotti enologici regionali dell’ Emilia Romagna ed il loro consumo appropriato, attraverso la presentazione delle caratteristiche dei vini e degustazioni guidate;

d) creare le sinergie opportune nella presentazione dell’immagine tra vini ed i prodotti agro-alimentari tipici della regione Emilia Romagna;

e) promuovere iniziative volte ad ottenere un miglioramento qualitativo dei vini della regione Emilia Romagna.

 

In occasione di Vinitaly 2014 abbiamo posto alcune domande ad Ambrogio Manzi, responsabile Eventi della enoteca regionale.

C’è aria di grande competizione sul vino. Ci sono stati e ci saranno grossi investimenti pubblici nel settore. Qui a Vinitaly 2014 i padiglioni regionali molto importanti ne sono la concreta espressione. Secondo Lei come è posizionata oggi l’enologia emiliano-romagnola sia come tipologia di vini sia come qualità in relazione alle altre regioni?

Il food ed i vini sono gli unici settori con segno positivo. L’Emilia Romagna, l’anno scorso, ha registrato un significativo + 15% nell’export. Quest’anno si aggiunge un 10%. Un risultato molto importante. La produzione emiliano romagnola si assesta mediamente sul 10% della produzione nazionale, dai 5 ai 6 milioni di ettolitri. Da alcuni anni il lambrusco è diventato il vino più esportato superando un concorrente tradizionale. A VINITALY stiamo esprimendo l’identità dell’Emilia Romagna e vedete gente aperta, allegra in un padiglione aperto e pieno di contenuti. Siamo felici e credo stiamo avendo successo per le caratteristiche che stiamo trasmettendo.

 

Sull’export il lambrusco sta vivendo un momento di euforia mentre il mercato interno già in contrazione risente anche pesantemente della grave situazione economica. Diventa sempre più un mercato di nicchia in cui si salvano le “immagini”, si salvano “i nomi” ed il resto va a fondo. Secondo Lei ER come mercato di nicchia riesce ad esprimere qualche cosa mettendo insieme tre fattori: immagine, qualità e rapporto prezzo-qualità?

Nella analisi, corretta, che condivido, ha toccato dei punti cardine, Rispondo subito di si e si salva perché rispetta i tre punti. L’immagine: abbiamo bottiglie bellissime con un packaging elegante. La qualità: il vino è buono perché tutti hanno bravi enologi. Il rapporto prezzo-qualità: Non va dimenticato che l’Emilia Romagna è terra di grandi imprenditori che sanno come gestire le imprese. Il rapporto qualità-prezzo è fra i più competitivi del panorama italiano. Oggi abbiamo un prodotto mediamente di qualità medio alta con punte di eccellenza che diventano sempre più importanti. Oggi bere un buon lambrusco rientra nella normalità delle cose e quindi la qualità va data per scontata. Per emergere l’imprenditore deve spingere anche su altri elementi differenzianti quali la comunicazione, il pakaging e dare sfogo alla propria capacità ed inventiva.

 

Ritorniamo a VINITALY 2014. L’Emilia Romagna ha presentato un’iniziativa legata a Fellini. Quali sono stati i riscontri del pubblico?

Non dobbiamo dimenticarci dei nostri grandi maestri. Io vengo dalla Calabria ma dopo 30 anni che vivo e lavoro in Emilia Romagna, con moglie e figlie emiliane, mi sento emiliano con il dovere di ricordare i nostri grandi maestri. La nostra regione esprime eccellenze, non solo vinicole, Questo abbinamento è stato concertato nel luglio scorso coinvolgendo Francesca Fellini, la nipote del grande Maestro Federico, per coniugare le eccellenze che l’Emilia Romagna esprime e che tutto il mondo ci riconosce e ci invidia. Con questo libro abbiamo ripercorso alcune abitudini alimentari che il maestro Fellini ha portato in giro per il mondo e noi le abbiamo proposte in questi giorni nel nostro ristorante e devo dire che soprattutto il pubblico straniero l’ha particolarmente apprezzato. Quindi per rispondere alla sua domanda direi che è andata benissimo.

 

Abbiamo notato che c’è una preponderanza di partecipazione romagnola

No, direi che siamo fifty-fifty. Se dovessi essere ragioniere meticoloso direi che la maggioranza non è romagnola, il tutto dipende dalle differenti dislocazioni e dalle collettive, solo il consorzio di Modena e Reggio Emilia ne raggruppa 25, che non mostrano in maniera evidente i numeri.

 

Quali sono i numeri?

Sono 200 le aziende presenti nel padiglione Emilia Romagna che solo il piano terra allestito occupa circa 2300 metri quadri. Se si considera il soppalco raggiungiamo una superficie tra 3500 e 4000 metri quadri. Abbiamo un banco d’assaggio con oltre 500 vini, un ristorante in grado di preparare 1000 pasti al giorno a disposizione dei produttori dove possono ospitare i loro clienti.

Abbiamo cercato di unire la promozione aziendale con la promozione del territorio perché oggi non vendi l’azienda se non vendi il territorio.

 

(Intervista a cura di Giuseppe Casali ed Emidio Franchi)