Con la sentenza numero 130 depositata oggi, la Corte costituzionale ha annullato le deliberazioni della Corte dei conti assunte nel 2013 e relative ai rendiconti 2012 dei gruppi assembleari, comprese quelle della Sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna. In particolare, in seguito ai ricorsi delle Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte (dell’agosto 2013 i primi due, di settembre il terzo) ha decretato la cessazione degli effetti della delibera della Corte dei conti del 5 aprile 2013 n.12 che fissava i criteri per i controlli sui rendiconti 2012 e di quella del 5 luglio 2013 n.15 che precisava la funzione solo ricognitiva dei controlli stessi; per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, la Consulta ha annullato due delibere della Sezione regionale di controllo: quella del 12 giugno 2013 n.234 che contestava ai Gruppi assembleari dell’Emilia-Romagna 1,8 milioni di euro di spese irregolari e quella del 10 luglio 2013 n.249 che rinviava all’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa “a provvedere nei termini di legge” sui rendiconti 2012.
La Corte costituzionale ha inoltre annullato altri pronunciamenti delle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti per il Veneto e per il Piemonte.
Nelle motivazioni della sentenza di oggi, la Corte costituzionale cita anche la sua recente sentenza, la numero 39 sempre del 2014, là dove sancisce che “il rendiconto delle spese dei gruppi consiliari costituisce parte necessaria del rendiconto regionale” e che “il sindacato della Corte dei conti assume infatti come parametro la conformità del rendiconto al modello predisposto in sede di Conferenza Stato-Regioni e deve pertanto ritenersi documentale, non potendo addentrarsi nel merito delle scelte discrezionali rimesse all’autonomia politica dei gruppi, nei limiti del mandato istituzionale”.
“L’anno scorso- afferma Palma Costi, presidente dell’Assemblea legislativa regionale- decidemmo di ricorrere alla Corte costituzionale perché convinti di essere sempre stati dalla parte delle regole. Abbiamo evitato polemiche, continuando il nostro lavoro istituzionale con serenità, convinti che i meccanismi previsti dalla Costituzione permettano di arrivare a stabilire come stiano realmente le cose. Vale la pena di ricordare che la sentenza di oggi si aggiunge alla numero 39 di poche settimane fa e che in entrambi i casi è stata riconosciuta la fondatezza dei ricorsi presentati dalle Regioni”.