carabinieri_2002Girava per le vie in sella ad una Graziella rubata l’anno scorso nello stesso piccolo centro della bassa reggiana dove viveva la vittima che a distanza di quasi un anno dal furto ha rivisto la sua bicicletta parcheggiata fuori da un negozio. Nel timore che la sua Graziella potesse nuovamente si è improvvisato detective appostandosi nei pressi sino a riuscire a beccare il ricettatore che non ha eccepito sulla proprietà lamentata restituendo la bici che aveva comprato da un suo conoscente. Certamente non pago del risultato “investigativo” la vittima dal canto suo si è presentato ai Carabinieri di San Martino in Rio riferendo l’esito del suo appostamento. I militari dalla descrizione del giovane utilizzatore della bicicletta sono riusciti a identificare l’odierno indagato. Con l’accusa di ricettazione infatti i Carabinieri di San Martino in Rio hanno denunciato alla Procura reggiana un 20enne operaio reggiano abitante a San Martino in Rio. E’ stata la stessa vittima che camminando per le vie del centro di San Martino in Rio si è imbattuto in maniera del tutto incidentale della sua Graziella, rubatagli il 29 dicembre dello scorso anno, che era parcheggiate all’esterno di un negozio. Si è quindi appostato sino a scorgere un ragazzo che uscito dal negozio prendeva la bicicletta. A questo punto il derubato bloccava il ragazzo ottenendo in restituzione la bicicletta che a dire dell’utilizzatore aveva acquistato per 60 euro da un giovane di Correggio. Lo stesso 20enne per apparire più credibile chiedeva il numero telefonico del derubato nell’intesa che l’avrebbe chiamato per andare dai Carabinieri del paese chiarire l’accaduto. Non ricevendo notizie dallo sconosciuto l’uomo si recava dai Carabinieri di San Martino in Rio verbalizzando il tutto. I militari dalla descrizione dello sconosciuto “ciclista” convergevano le attenzioni investigative sull’odierno indagato, peraltro noto ai carabinieri, trovando i dovuti riscontri in sede di individuazione fotografica laddove il derubato riconosceva nel 20enne il giovane che aveva in disponibilità la sua Graziella. Quest’ultimo convocato in caserma non ha saputo giustificarne il possesso e quindi la lecita provenienza mentre per contro il derubato ha esibito copia della denunci di furto che aveva sporto provando che l’oggetto del contendere era di sua proprietà. Il finale è presto detto: il “ciclista” usciva a piedi con una denuncia per ricettazione mentre il derubato tornava in possesso della sua bicicletta.