5Motti-2014-ok“Un Paese ancorato a un modello scientifico di ricerca fallimentare e vecchio oltre un secolo, ovvero quello che ricorre alla sperimentazione animale “nonostante l’Unione Europea attribuisca massima priorità ai metodi alternativi”. Lo denuncia l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, commentando i dati ottenuti dal Ministero della Salute (che si rifanno ancora al vecchio Decreto legislativo 116/92 in vigore fino al 2014) relativi alle sperimentazioni più dolorose e alle aperture di nuovi laboratori che usano animali. “I risultati – spiega l’onorevole reggiano – sono impressionanti, nonostante la crisi economica e i tagli alla ricerca, sono 169 le autorizzazioni per nuovi stabulari in soli tre anni di cui ben 104 con nuove specie, locali o strutture, per un totale di oltre 700 stabulari dove gli animali vengono sottoposti alle atrocità della vivisezione e uccisi”. “I dati della Lav indicano che in Lombardia ci sono state 34 nuove autorizzazioni per stabilimenti (il numero più alto in Italia) nel 2010-2012 sottolinea l’om.Motti. Per quanto riguarda le sperimentazioni in dergoa, poi, la Lav segnala che tra il 2010 e il 2012 le sperimentazioni dei questo tipo (ovvero l’impiego di cani, gatti e primati non umani, l’utilizzo a fini didattici o il non ricorso ad anestesia), quindi quelle che dovrebbero rappresentare un’eccezione e possibili solo in caso di inderogabile necessità, arrivano alla cifra impressionante di 726 procedure di cui 640 relative a procedure fatte senza anestesia con un numero indefinito di animali – prosegue la Lav -, esperimenti che hanno comportato intensi e prolungati livelli di dolore senza alcuna forma di lezione” conclude l’onorevole reggiano. L’on. Motti si era distinto a Bruxelles per le iniziative tese a valorizzare i diritti dei più deboli, prestando anche attenzione ai temi animalisti. È stato tra i pochi eurodeputati a votare negativamente la recente direttiva europea sulla sperimentazione animale, ritenendola ancora inadatta ad una reale tutela dei diritti degli animali.