prostituzione5Si è presentato ai Carabinieri della Stazione di Reggio Emilia Principale per denunciare lo smarrimento dei propri documenti e invece si è ritrovato, come giustamente doveva accadere, in manette. Il “denunciante” era infatti ricercato da alcuni mesi dovendo scontare una pena di oltre 8 anni per il reato di concorso in sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù di una connazionale tenuta segregata in un appartamento di Via Turri a Reggio Emilia. Il 30enne nigeriano abitante proprio nel capoluogo reggiano, è finito quindi in carcere dove è stato condotto dai Carabinieri della Stazione di Corso Cairoli che hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione pendente a suo carico dall’agosto scorso ed emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penale della Procura reggiana, essendo divenuta esecutiva la sentenza di condanna a 8 anni e 4 mesi di reclusione.

L’origine dei fatti l’altro pomeriggio quando il 30enne cittadino nigeriano si è presentato ai Carabinieri per denunciare lo smarrimento dei propri documenti d’identità. Durante i consueti accertamenti si evidenziava un allert: il denunciante risultava ricercato sull’intero territorio nazionale dovendo scontare oltre 8 anni di carcere. Assicuratisi dell’identità dell’uomo i Carabinieri lo informavano della sua posizione giudiziaria traendolo in arresto dopo aver adempiuto comunque a formalizzare la denuncia di smarrimento dei suoi documenti. I gravi fatti di cui l’uomo si è reso responsabile unitamente ad altri connazionali al 2005 e 2006 e vedono come vittima una ragazza nigeriana. Quest’ultima portata a Reggio Emilia con la promessa di farla lavorare in fabbrica è stata condotta in un appartamento di Via Turri e costretta, con minacce di morte e inaudite violenze fisiche (picchiata tutti i giorni anche con cinghiate e addirittura con sigarette accese spente sul suo corpo) a prostituirsi dall’autunno del 2005 al maggio del 2006. Per tutti questi gravi fati l’uomo unitamente ad altri connazionali veniva denunciato. Quindi l’iter processuale con a condanna a 8 anni e 4 mesi di reclusione inflittagli il 4.12.2013 dalla Corte di Assise e d’Appello di Bologna. La condanna divenuta esecutiva nell’Aprile di quest’anno ha visto lo scorso mese di agosto l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura reggiana emettere l’ordine di carcerazione non eseguito per irreperibilità del destinatario. Ieri la fine delle ricerche con la sua “comparsa” in caserma per denunciare lo smarrimento del documento: è finito in carcere dove è stato portato dai Carabinieri.