2Motti-2014-okTempi di crisi e di vacche magre, anche l’Europa deve stringere i cordoni della borsa imponendo tagli a tutte le voci di spesa previste. La Commissione europea, però, ha tagliato senza guardare in faccia a niente ed a nessuno, mantenendo ampiamente finanziate strutture obsolete che assorbono milioni di euro che potrebbero essere meglio utilizzati o mantenendo il semisconosciuto finanziamento europeo ai partiti, che in barba al sentimento popolare elargisce denaro pubblico ai partiti europei e alle fondazioni politiche. Sanno, in Commissione che poi ci penseranno gli eurodeputati (eletti a Bruxelles come rappresentanti dei cittadini europei) a modificare le loro proposte, ma la speranza che qualcosa sfugga ai loro occhi forse resta. 

“E’ grazie al voto che abbiamo espresso in Aula a Strasburgo, rigettando le proposte che Commissione e Consiglio cercavano di vendere a noi Deputati ed ai cittadini quali risparmi imprescindibili di spesa – afferma l’Onorevole Tiziano Motti (http://www.europarl.europa.eu/meps/it/96760/TIZIANO_MOTTI_home.html), eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti – che i giovani e la piccola impresa potranno godere anche in futuro dei contributi europei: per creare crescita e lavoro abbiamo respinto quasi due miliardi di euro di tagli proposti dal Consiglio in aree come la ricerca, l’imprenditoria e le misure per l’impiego, che ritengo vitali per dare impulso all’economia; si voleva anche tagliare il programma culturale Erasmus che semmai si dovrebbe incrementare per investire sui giovani e sulla cultura. Nel frattempo milioni di euro vengono buttati per mantenere vive tre sedi dello stesso europarlamento e per costruire una sede, la “Casa della Storia Europea” (riceverà 5 milioni e mezzo di euro in meno in seguito al voto di martedì scorso) che raccolga documenti storici che possono essere tranquillamente archiviati altrove, senza nulla togliere al glorioso passato del Parlamento e delle istituzioni europee”.

Oltre a questo, gli euroscettici avrebbero voluto con vari emendamenti che si rinunciasse al principio di solidarietà fra gli stati membri: basta sovvenzioni dall’Europa e che gli stati in difficoltà si arrangino. “Un bilancio comune coraggioso in tempi di crisi deve riuscire ad equilibrare situazioni nazionali critiche, magari temporanee” ha dichiarato  l’On. Motti, che si è espresso ancora una volta a favore della scelta della sede unica del Parlamento europeo, attualmente diviso tra Strasburgo, dove si riunisce per 48 giorni l’anno in seduta plenaria, Bruxelles, dove lavora per tre settimane al mese, e Lussemburgo, che ospita funzionari del Segretariato generale e interpreti. Solo il mantenimento di Strasburgo costerebbe circa 200 milioni di euro l’anno, senza contare il costo aggiuntivo delle emissioni di CO2 prodotte da 6000 persone che mensilmente sono obbligate a cambiare sede di lavoro e dei numerosi Tir che si occupano del trasporto di documenti e attrezzature tra le sedi del parlamento Europeo. Tra i voti coerenti con tagli effettuati nel reale interesse dei cittadini, Tiziano Motti ha anche espresso parere favorevole allo stop dell’aumento delle missioni dei Deputati (altro denaro che avrebbe finanziato l’attività dei parlamentari europei) ed alla soppressione del poco noto finanziamento europeo ai partiti nazionali e alle fondazioni politiche. Una voce di spesa sconosciuta ai cittadini, che però magicamente continua ad apparire nel bilancio delle istituzioni europee, alla faccia dei tagli alla politica promessi agli elettori. Ma i 568 voti a favore del mantenimento del finanziamento hanno schiacciato i 95 voti che ne chiedevano la soppressione. Oltre all’On. Motti solo altri cinque Parlamentari Europei Italiani ne hanno chiesto l’abolizione.