Motti-2014-okIl Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita gli Stati membri a lottare contro l’abbandono scolastico.

Il fenomeno è purtroppo in aumento e colpisce soprattutto i bambini di famiglie immigrate o povere e disagiate. Gli eurodeputati hanno quindi deciso che è giunto il momento di intraprendere riforme educative che rispondano agli obiettivi previsti dalla strategia Europa 2020, cioè ridurre il tasso di abbandono scolastico sotto il 10%.

I deputati sottolineano l’importanza di questa iniziativa per la crescita e la stabilità economica e sociale dell’Unione. Infatti una riduzione del solo 1% di tale tasso permetterebbe all’economia europea di avere ogni anno 500 mila giovani lavoratori qualificati in più. Secondo dati recenti, il 52% dei giovani che ha lasciato la scuola senza raggiungere un diploma rimane, infatti, disoccupato.

Le misure più efficaci per ridurre la dispersione scolastica potrebbero essere il prolungamento dell’istruzione obbligatoria fino a 18 anni e la creazione di scuole di “seconda opportunità” per reinserire i giovani che hanno abbandonato gli studi. Le proposte del Parlamento mirano ad un approccio personalizzato e coordinato tra tutti gli attori coinvolti: scuole, enti pubblici, servizi sociali, servizi sanitari. A questo si devono aggiungere gli investimenti necessari a livello nazionale per la qualificazione professionale degli insegnanti.

I parlamentari chiedono poi una diversificazione dei metodi di apprendimento, unita ad un riconoscimento delle conoscenze acquisite anche in modo informale, al fine di facilitare il rientro nel sistema scolastico.

Particolarmente importante poi il fatto di affiancare un’esperienza professionale – che può essere uno stage in azienda – all’istruzione generale. Si dovrebbero quindi introdurre partenariati tra scuole e imprese locali come quelli che, per esempio, esistono già in Spagna.

«Ho sostenuto fino in fondo l’approvazione di questa risoluzione» dichiara l’onorevole Tiziano Motti eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti.

«Il problema dell’abbandono scolastico riguarda tutti i paesi membri, anche l’Italia. Solo in Emilia Romagna rimangono fuori dal sistema educativo quasi 7 mila ragazzi ogni anno e senza un titolo di studio: sono quelli  che più pagano le conseguenze della crisi economica. La disoccupazione si può combattere perciò anche con un approccio a problemi collaterali, che includano la nascita di partnership tra la scuola e le aziende.

Per non parlare – aggiunge l’on. Motti – della criminalità che aumenta: ragazzi e ragazze che non hanno modo di guadagnarsi da vivere con un lavoro onesto, quando non sia possibile per la famiglia provvedere a loro, potranno più facilmente essere preda del reclutamento della malavita, a scapito di tutti i cittadini. Dobbiamo quindi riportare prima di tutto i giovani a scuola, e poi aiutarli ad inserirsi nel mondo del lavoro. Una necessità che si attorciglia su se stessa, poiché per permettere ad un giovane di terminare gli studi, occorre garantire alla famiglia le possibilità concrete di mantenerlo e mettere in atto, conseguentemente, le necessarie politiche del lavoro e di rilancio della nostra economia».