Si è parlato anche di migranti, alla luce dell’ultimo drammatico naufragio nelle acque libiche, questa mattina in Prefettura, nel corso di un incontro al quale hanno preso parte il presidente della Provincia di  Reggio Emilia, Giammaria Manghi, il vicesindaco di Reggio Matteo Sassi e rappresentanti della Questura e della Dimora d’Abramo,  cooperativa sociale con la quale è attiva da tempo una convenzione per l’accoglienza di profughi.

“Dall’Ufficio territoriale del Governo di Bologna è stato infatti richiesto alle varie Prefetture emiliano-romagnole di ampliare le attuali disponibilità, nell’eventualità che nei prossimi giorni debbano essere accolti ulteriori profughi – spiega il presidente Giammaria Manghi – Si tratterebbe di individuare altri 100, 150 posti, oltre ai 330 già attualmente accolti, gli ultimi 11 proprio ieri, per due terzi in città, i restanti in provincia. Da parte dei Comuni, dopo contatti con i presidenti delle Unioni, è stata assicurata una disponibilità di massima per individuare, principalmente in strutture alberghiere, questi posti in più, cercando di trovare un equilibrio tra il capoluogo e il resto della provincia”.

“Specialmente di fronte alle drammatiche notizie di queste ultime ore da parte degli amministratori reggiani prevale quel senso di accoglienza che fa parte del nostro bagaglio culturale, ma è del tutto evidente che se l’Europa non si farà carico di questa crisi umanitaria, il problema diventerà ingestibile – continua il presidente della Provincia di Reggio Emilia – L’Italia, specialmente in una situazione socio-economica così difficile, non può essere l’unico Paese a farsi carico di questa drammatica emergenza: la notizia del Consiglio europeo straordinario di giovedì è una buona notizia, ma la riunione dovrà produrre azioni concrete. Personalmente, ho fatto sei viaggi di cooperazione in Eritrea, so perché questa gente scappa e continuerà a scappare fino a quando  le condizioni politico-sociali nei Paesi del Nord Africa non cambieranno”.