camper nomadi“Sostegno alla progressiva autonomia delle persone, chiusura dei campi di grandi dimensioni, una nuova strategia abitativa, politiche per la salute e per incentivare l’istruzione e la formazione, percorsi di accesso al lavoro”. Questi i punti centrali del progetto di legge della Giunta “Norme per l’inclusione sociale di Rom e Sinti” (testo base cui sono abbinati i progetti di legge di Ln e Fdi) illustrata dal relatore di maggioranza Giuseppe Boschini (Pd) in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli. “Una legge importante- ha aggiunto- che completa le strategie comunitarie e nazionali sul tema, una norma che non lascia soli i Comuni, che individua risorse, un passo in avanti per le politiche della nostra regione. Al centro mettiamo la persona, sono circa 2.700 i Rom e i Sinti in Emilia-Romagna, per il 95% di nazionalità italiana”. Un progetto di legge, quindi, ha concluso Boschini, che “fissa i principi e gli obiettivi della tutela della salute, ribadendo la garanzia di accesso alle prestazioni sanitarie previste per tutti i cittadini, stessi diritti e stessi doveri, e definisce principi e obiettivi in tema di istruzione, lavoro e formazione professionale, fissa le regole generale della parità di accesso a tutti i livelli educativi, scolastici e della formazione, dei servizi e delle politiche attive per il lavoro”.

Secondo il relatore di minoranza, Daniele Marchetti (Ln), invece “il progetto di legge è pieno di principi ma manca di sostanza, possiamo anche essere d’accordo su alcune idee ma non sappiamo come si intende metterle in pratica, al contrario del nostro testo che invece contiene un programma ben concreto: anche il progetto di legge della maggioranza ha bisogno di paletti che contrastino la vaghezza di certe affermazioni”. Di sicuro, però, anticipa il consigliere, “sulle micro-aree non ci potrà essere accordo, è assolutamente sbagliato il metodo di intervento”.

Rivendica “una legge deliberatamente snella, semplice e pragmatica, che nasce dal confronto con i sindaci, di ogni colore politico, che chiedono soluzioni concrete”, la vicepresidente della Giunta, con delega alle Politiche sociali, Elisabetta Gualmini, che annuncia come “saranno una serie di atti successivi a stabilire i dettagli tecnici più precisi, la legge vuole essere di principio anche perché recepisce un atto europeo”. Per la vicepresidente, “nessuno tifa per le micro-aree, e che nessuno pensi che l’unica alternativa siano le case popolari, per cui assolutamente non ci saranno corsie preferenziali, ma almeno introducendo il concetto di famiglia abbiamo l’indicazione di un chiaro responsabile per ogni micro-area. I rom in Emilia-Romagna sono poco più di 2.700, dobbiamo essere in grado di offrire una soluzione”. E sulla strada da percorrere Gualmini è netta: “Chi dice no alle micro-aree vuole mantenere lo status quo per garantirsi consenso elettorale”.

Per Tommaso Foti (Fdi),“la fallacità di questa legge è tutta nella norma transitoria, che la priva di un termine per l’applicazione; alla fine dei conti abbiamo abolito i campi grandi per fare una legge manifesto. Ma come si convince chi vive insieme da 20 anni nello stesso terreno a sparpagliarsi per una città?”. Questa legge, quindi, “è un passo indietro rispetto all’integrazione che ci sarebbe attraverso il passaggio in abitazione, già tentata e già riuscita in certe realtà, qua non c’è nessuna riforma ma solo polvere negli occhi: l’annunciata rivoluzione copernicana si risolverà, se va bene, in due piazzole in più”.

Galeazzo Bignami (Fi) ha prima attaccato “il medievalismo mentale che affligge questa maggioranza oscurantista, per cui ci sono solo diritti e mai doveri”, e ha poi chiesto quali sono i costi sostenuti dagli enti locali per l’accoglienza di Rom e Sinti, e da dove sono stati ricavati molti dei dati citati dalla maggioranza, “visto che ad un mio accesso agli atti le risposte fornite sono state differenti”. Il consigliere ha poi sollevato il caso di “una struttura tecnica di cui non è possibile fidarsi”, riferendosi ad un episodio intercorso durante l’audizione precedente con i rappresentanti delle associazioni che operano per l’inclusione sociale di Rom e Sinti, e per cui “sono necessari provvedimenti disciplinari”; lamentela condivisa anche da Alan Fabbri (Ln).

I fondi spesi “hanno superato i 9 milioni di euro, ed è sicuramente una cifra inaccettabile”, ha replicato Gualmini, mentre per quanto riguarda i dati “sono aggiornati al censimento 2012, il prossimo sarà questo autunno, e io di sicuro non intendo spendere fondi extra per uno 0,005 della popolazione”. Per quanto riguarda il comportamento dei funzionari, “anche io sono rimasta indispettita dall’atteggiamento tenuto da alcuni durante l’audizione, ma voglio specificare che non sono assolutamente funzionari dell’assessorato e nemmeno dipendenti regionali, ma mediatori culturali invitati dalle assicurazioni”.

Alan Fabbri (Ln) ha invitato a considerare che “nessun sindaco prenderà mai in mano la situazione se non praticamente obbligato, così come nessuno vorrà mai una micro-area di fianco alla sua proprietà, non c’è una differenza reale tra campi grandi e piccoli, finché mancano strumenti puntuali la legge è solo un palliativo a fini elettorali”. Il consigliere ha poi puntato il dito contro “le differenze di trattamento che qualunque cittadino potrebbe percepire: i contributi su che principi verranno richiesti? Un Comune che vuole dismettere un campo ma poi trattare Rom e Sinti come tutti gli altri avrà comunque accesso ai finanziamenti regionali? I morosi perderanno la micro-area come avviene per gli inquilini Erp? Inoltre- conclude- è la prima volta che vedo rimuovere con tale facilità dei vincoli urbanistici, penso che tanti vorrebbe ricevere lo stesso trattamento”.

Anche secondo Raffaella Sensoli (M5s) “il progetto di legge è troppo generico, rimanda tutte le decisioni a interventi successivi della Giunta, i principi possono anche essere condivisibili ma vogliamo indicazioni più precise”. La consigliera ha domandato quindi alcuni chiarimenti, ad esempio “se è previsto un canone per l’utilizzo delle micro-aree, visto che normalmente un cittadino paga per l’occupazione di suolo pubblico”, “con quali criteri verranno assegnati gli alloggi Erp” e “come si concilieranno le varie integrazioni al lavoro”.

Infine, Paolo Calvano (Pd) ha voluto prima di tutto ribadire che “questo progetto di legge rientra nell’attuazione del programma di governo, non c’è nessuna rincorsa elettorale”, poi ha rimarcato come “pretendere l’omogeneizzazione di una cultura non ha mai portato nulla di utile, anzi, ben diverso è invece chiedere il rispetto delle regole, che non può che far bene a tutta la società”. Secondo il consigliere “abbiamo di fronte una comunità con una cultura secolare, se rispettano i doveri hanno tutto il diritto di esprimere la loro cultura come ritengono più opportuno: il nostro non è buonismo, ma solo la volontà di garantire a Rom e Sinti una esistenza più consona e che permetta di integrarsi maggiormente con la società”.