controllo_carabinieriNel pieno della notte andavano e venivano da Via Menotti, dove svuotavano le cantine di un condominio, a via Manara, dove momentaneamente posavano la refurtiva (biciclette, generi alimentari, liquori e vini anche pregiati). Il sospetto andirivieni è stato però notato da un cittadino che l’ha segnalato al 112 dei Carabinieri. Sul posto è stata fatta confluire una pattuglia della Stazione di Reggio Emilia Santa Croce e un equipaggio del Nucleo Radiomobile della locale Compagnia, i cui operanti giunti in Via Manara hanno localizzato due cittadini ucraini intenti a bersi una birra durante la “pausa lavoro” nei pressi di due biciclette tra cui una elettrica. Tra le bici e i due ucraini i militari rinvenivano una busta con svariati generi alimentari nonché  un borsone con all’interno varie bottiglie di vino alcune con particolari etichette risalenti agli anni 50. Poco lontano altre 3 biciclette assicurate ad un palo con un unica catena di cui i due ucraini ne disconoscevano la proprietà. Dopo aver fatto alcune verifiche in Via Manara per verificare l’eventuale commissione  di furti, i Carabinieri conducevano i due ucraini in caserma identificandoli nel 36enne O.R. e nel 30enne S.B., entrambi con plurimi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. E quando la porta della caserma si stava riaprendo per far uscire i due fermati, giungeva da Via Menotti la telefonata che li incastrava. I residenti di un condominio di Vai Menotti chiedevano ai Carabinieri un sopralluogo di furto essendo state rovistate e svuotate le loro cantine.

Tutta la refurtiva (biciclette, generi alimentari, liquori  e vini anche pregiati per svariate migliaia di euro ) è risultata essere quella in disponibilità dei due fermati che l’avevano “stoccata” provvisoriamente in Via Manara lungo la strada. in strada. Le 5 famiglie derubate tornavano in possesso di quanto lor asportato essendogli restituito dai Carabinieri mentre i due cittadini ucraini alla luce della flagranza del reato di concorso in furto continuato e aggravato, venivano arrestati e ristretti a disposizione della procura reggiana.