mensa-scolasticaDei 7.300 alunni che frequentano le scuole primarie sono 6.400 quelli iscritti al tempo pieno che possono avvalersi della mensa scolastica: un servizio a domanda individuale attivato attraverso la prenotazione effettuata la mattina stessa in cui l’alunno desidera fermarsi a pranzo. Rispetto a dieci anni fa, prima quindi che iniziasse la crisi economica, il numero degli alunni che usufruisce del servizio non è diminuito. Ciononostante, l’Amministrazione sta valutando di aumentare le agevolazioni a favore delle famiglie più disagiate.

Lo ha detto l’assessore alla Scuola del Comune di Modena Gianpietro Cavazza rispondendo in Consiglio comunale, giovedì 21 gennaio, all’interrogazione del consigliere Francesco Rocco di Futuro a sinistra che aveva chiesto “quanti sono i bambini che nelle nostre scuole non restano in mensa a mangiare con i loro compagni solo per motivi di carattere economico?” e che per calcolarne il numero aveva ipotizzato di dividere il totale dei pasti distribuiti nei giorni di attività didattica fra tutti gli alunni che ne possono usufruire.

In realtà, ha spiegato l’assessore, la cifra ottenuta in tal modo non è costituita dai bambini che sono sempre andati a pranzo in mensa, ma da una media composta da quelli che si sono andati una, due, tre, quattro o cinque volte la settimana. Quindi, solo per comodità, diciamo che mediamente nell’ultimo anno hanno utilizzato il servizio di ristorazione scolastica il 63,7% degli alunni e sarebbe analogamente scorretto dedurne che c’è un 36,3% di alunni che non ha mai usufruito del servizio. In realtà, nello scorso anno scolastico, gli alunni iscritti al servizio ne hanno usufruito il 63,7% delle giornate con rientro pomeridiano. Il dato è sostanzialmente uguale a quello prima della crisi, anzi leggermente aumentato: su circa 175 giorni di funzionamento delle scuole, gli alunni hanno utilizzato il servizio circa 108 volte nell’ultimo anno scolastico e 100 volte nell’anno scolastico 2005/2006.

“Difficile anche dire – ha aggiunto l’assessore – che gli alunni che non pranzano a scuola lo fanno solo per ragioni economiche. Tanti sono i fattori che possono entrare contemporaneamente in gioco: scelte logistiche, orari di lavoro dei genitori, scelte alimentari della famiglia, assenze per malattie, gradibilità del menù”. Per quanto riguarda le difficoltà economiche, che sicuramente possono essere tra le concause, l’Amministrazione prevede un’agevolazione del 50 per cento del costo del pasto che complessivamente è pari a 5 euro, per le famiglie il cui valore Isee è inferiore al 4.700 euro. Della tariffa agevolata hanno beneficiato negli ultimi anni tra l’8 e il 10 per cento delle famiglie.

“Resta il fatto – ha sottolineato Cavazza – che il fenomeno va attentamente monitorato per intercettare situazioni di disagio che possono crearsi in corso d’anno; ciò richiede la collaborazione delle componenti scolastiche, molto utili anche per indirizzare le famiglie verso i settori dell’Amministrazione che possono intervenire a sostegno.

Inoltre, con l’obiettivo di favorire l’uso della ristorazione scolastica, diffondendola in particolare tra le famiglie con minori possibilità economiche, per l’anno scolastico 2016/17 stiamo valutando un aumento della agevolazione sul costo del servizio mensa per le famiglie in condizioni economiche disagiate. In base agli esiti dell’analisi sulle attestazioni Isee, i cui valori sono stati calcolati secondo le nuove regole, stiamo infine valutando l’opportunità di modificare il limite della soglia di valore Isee per le agevolazioni sulle tariffe.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, la consigliera Grazia Baracchi (Pd) ha sottolineato l’importanza della mensa scolastica “come occasione per socializzare, condividere il piacere e le regole dello stare a tavola insieme e anche come momento educativo per acquisire corrette abitudini alimentari. È un bene quindi, come ha evidenziato l’assessore, che nel tempo il ricorso al servizio non sia diminuito ma bisognerebbe capire anche le ragioni di chi non resta e soprattutto di chi rinuncia in corso d’anno e per questo sarebbe opportuno anche un raccordo stretto con gli insegnanti”.

Nella replica il consigliere Rocco, oltre a sottolineare di aver apprezzato i chiarimenti forniti dall’assessore e dal settore, ha ribadito che l’obiettivo dovrebbe essere di arrivare, “almeno entro la fine della legislatura, a poter dire che nessun bambino a Modena rimane senza mensa per motivi economici. Mi rendo conto – ha aggiunto – che il problema è complesso e per cominciare per raggiungere questo obiettivo presenterò un emendamento al Bilancio preventivo, affinché venga accantonata una somma da destinare al sostegno delle famiglie che, per motivi economici e contro la loro volontà, sono costrette a rinunciare alla mensa per i loro bambini”.