albertazziaCanossaAnche Reggio Emilia, ed in particolare la Provincia, piangono la scomparsa di Giorgio Albertazzi. “Ci lascia un grande italiano, una delle più importanti figure del teatro del Novecento che i reggiani hanno avuto modo di applaudire, apprezzandone la sua formidabile verve di interprete geniale, in tante occasioni, anche grazie alla Provincia”, dichiara il presidente Giammaria Manghi.

Nel 2009 il Maestro fu infatti chiamato a Reggio Emilia a presiedere la giuria del concorso di nuove drammaturgie “Matilde di Canossa, Medio Evo contemporaneo”, progetto ideato dal centro teatrale La Corte Ospitale di Rubiera e promosso insieme alla casa editrice Minimum fax e alla Provincia di Reggio Emilia. Vincitori del concorso furono le opere “Gregòrrio” di Pietro Dattola, siracusano, classe 1978, e “I capitoli del sangue” di Stefano Massini, scrittore e drammaturgo fiorentino nato nel 1975, già vincitore nel 2005 del premio Pier Vittorio Tondelli. Il 26 gennaio 2010, in un teatro Ariosto gremito, lo stesso Giorgio Albertazzi diede vita “ai personaggi delle due drammaturgie, così diverse tra di loro: il sangue, il protagonista del testo di Massini, in una scrittura secca, tagliente, vitale e ritmata. E il servo fedele di Dattola, Gregòrrio, un uomo umile, che guarda la vita dei grandi dal buco della serratura, un privilegiato, quale si sente, perché ha vissuto tutta la sua vita al fianco della Grancontessa”, spiegò il Maestro. Che poi, il giorno dopo la rappresentazione, volle recarsi a Canossa per “incontrare” i luoghi in cui visse ed operò la Grancontessa, recitando un bellissimo monologo sull’Enrico IV di Pirandello –  commedia sulla pazzia e sul rapporto, complesso e inestricabile tra personaggio e uomo, realtà e finzione, verità e apparenza – da sempre considerato una grande prova d’attore nella quale si sono cimentati altri mostri sacri del teatro come Romolo Valli, Salvo Randone e Giulio Bosetti.