esamiSi sono chiuse lo sorso febbraio le iscrizioni alle scuole superiori della provincia e, ad oggi, sono 4.675 le iscrizioni effettivamente pervenute, di cui 4.619 alle scuole statali e 56 alle scuole paritarie, un dato complessivo che risulta in lieve aumento rispetto all’anno scorso (184 iscritti in più, pari  al 4,1%).  Per quanto riguarda la distribuzione percentuale tra le tre tipologie di istituti, sempre rispetto all’anno passato i licei risultano stabili (+0,06%), gli istituti tecnici in aumento (+1,95%) quelli  professionali in diminuzione (-2,01%).

Le scuole. Rispetto allo scorso anno scolastico, a Reggio Emilia risultano in calo l’istituto Motti (-51 iscritti), lo Zanelli (-29), il Galvani-Iodi (-20) e il Pascal (-16), mentre particolare preferenza è stata data ai licei Ariosto-Spallanzani (+65), Chierici (+41) e Canossa (+32).  Iscrizioni in aumento anche all’istituto Scaruffi-Levi-Città del Tricolore (+19), tengono nel complesso il liceo Moro (-4), l’istituto Nobili (+1), il Secchi (-1), e la Filippo Re (-6).

Nei poli scolastici distrettuali, cala leggermente il numero di iscritti all’istituto Mandela (-13), mentre aumenta al Cattaneo (+28) di Castelnovo Monti. In aumento anche l’Istituto D’Arzo di Montecchio (+36), mentre a Scandiano il Gobetti è sostanzialmente stabile (-9). A Correggio tutte le scuole registrano un aumento degli iscritti (+67 l’Einaudi, +14 il liceo Corso, +13 il Convitto Corso), come anche a Guastalla (+13 il Carrara, +4 il Russell).

Alcune tendenze. Osservando nel dettaglio l’andamento delle iscrizioni per tipologia di scuola (licei, tecnici o professionali) e di ambito di studi sull’intero territorio provinciale è possibile rilevare alcune specifiche tendenze. Per quanto riguarda i licei, l’aumento più consistente riguarda il liceo classico (+51 iscritti), mentre lo scientifico tradizionale cala (-56) a favore dell’opzione scienze applicate (+30). Molto bene anche il liceo artistico (+41) e il liceo delle scienze umane (+19). In lieve crescita anche il liceo delle scienze umane – opzione economico sociale (+5) e il liceo musicale e coreutico (+9).

Sul versante degli istituti tecnici si registra una significativa crescita degli indirizzi informatico (+79) e meccanico (+61). In aumento anche l’indirizzo elettronico (+20), l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (+19) e i geometri (+11), mentre sono sostanzialmente stabili l’indirizzo moda (+4) e il grafico (+3). In calo l’indirizzo chimico (-22), l’indirizzo agrario (-13) e il turistico (-12).

Infine, negli istituti professionali, crescono l’indirizzo dei servizi per l’agricoltura (+22), l’indirizzo moda (+16) e l’indirizzo dei servizi commerciali (+14). Calano tutti gli altri: manutenzione e assistenza tecnica (-7), servizi socio-sanitari (-29) ed enogastronomia, che perde 57 iscritti.

Il commento. “La scelta compiuta dagli studenti reggiani comporta una distribuzione più omogenea rispetto al dato nazionale – dichiara la vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione, Ilenia Malavasi – Mentre in Italia il 53,1% dei ragazzi sceglie un indirizzo liceale, il 30,4% un tecnico e il 16,5% un professionale, nella nostra provincia la forbice è meno evidente, con il liceo che viene scelto dal 39,2% degli studenti, l’area tecnica del 34,6% ed il professionale dal 26,2%. Rispetto all’anno precedente si evidenzia un aumento di due punti percentuali degli istituti tecnici a discapito dei professionali, con una sostanziale conferma dei licei che crescono quasi tutti, con alcune eccezioni. Per il primo anno non aumentano le iscrizioni al liceo linguistico, dopo il vero e proprio boom seguito alla sua istituzione, e cala anche il liceo scientifico tradizionale a favore dell’opzione scienze applicate, dati entrambi in linea con le tendenze nazionali”.

“Negli istituti tecnici tornano a crescere gli indirizzi geometri e amministrazione-finanza –marketing, continuano ad aumentare gli indirizzi elettronici ed elettrotecnici, informatica e telecomunicazioni, meccanica meccatronica ed energia, con una evidente maggiore attrazione verso gli indirizzi tecnologici, al pari del trend nazionale – prosegue Malavasi – Nei professionali cala invece per la prima volta in modo significativo l’indirizzo enogastronomico e ospitalità alberghiera, tornano a crescere gli indirizzi commerciali e continua a riscuotere un buon gradimento l’indirizzo agrario. Dopo la riforma Gelmini che ha comportato molte novità nel segmento superiore, cominciano ad assestarsi alcuni indirizzi e si inizia a registrare una sempre maggiore attenzione per quelle scelte che oggi, nell’incertezza complessiva della crisi, vengono viste come portatrici di competenze trasversali, innovative e utili per la ricerca di un lavoro”.