bambinaUn ennesimo caso di infanzia violata, quello verificatosi in un comune della bassa reggiana, culminato con l’arresto operato dai carabinieri di una stazione della compagnia di Guastalla nei confronti di un ottantenne reggiano accusato del grave reato di atti sessuali compiuti ai danni di una bambina di meno di 6 anni.

Secondo quanto accertato dai carabinieri l’uomo, peraltro con precedenti specifici, si trovava all’interno di un bar di un comune della bassa reggiana dove era presente anche la piccola intenta a fare dei disegni che poi mostrava ai presenti. Approfittando di questa circostanza l’anziano avrebbe preso in braccio la bambina toccandola nelle parti intime. Una scena orribile, quella peraltro vista anche da altri clienti, uno dei quali richiamava l’anziano che, negando l’evidenza, lasciava la bambina allontanandosi. L’episodio è stato quindi partecipato ai genitori che si sono subito presentati in caserma denunciando ai Carabinieri il grave fatto.

I militari hanno avviato le indagini identificando l’80enne nei confronti del quale acquisivano incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di atti sessuali compiuti ai danni di una minorenne. La Procura reggiana condividendo con le risultanze investigative ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale di Reggio Emilia un provvedimento restrittivo di natura cautelare che l’altro pomeriggio è stato eseguito dai Carabinieri che hanno arrestato l’80enne ristretto in regime di arresti domiciliari.

Nel 2012 era divenuta esecutiva la condanna nei confronti dello stesso 80enne alla pena di anni 3 anni 5 mesi e 24 giorni di reclusione per analogo reato. In quel caso la violenza, risalente al 2006,  si era consumata all’interno della cerchia più vicina alla famiglia. L’uomo era all’epoca dei fatti un amico di famiglia; più precisamente il marito dell’amica della mamma della piccola. Un’amicizia, quella tra le due donne e tra la mamma e la coppia, profonda e fondata su un’estrema fiducia, tanto da arrivare ad affidare ai coniugi la propria bambina. In quella circostanza con la minaccia di picchiarla e tenendo la piccola sotto costante intimidazione psicologica, l’uomo la costringeva a subire palpeggiamenti e a compierne a sua volta. Violenze aberranti e ripetute che avevano gettato la bambina in uno stato di disperazione e disagio, via via diventati sempre più evidenti. Trovato il coraggio di parlare, di liberarsi dal peso di un segreto che le provocava vergogna e sofferenza, nel corpo e nell’anima. Quindi le indagini dei Carabinieri, la denuncia, l’arresto preventivo e la condanna dell’uomo.