violenza-donneVessazioni psicologiche, insulti, piatti lanciati all’indirizzo della moglie colpita anche con pugni e schiaffi. Gravi e inauditi episodi di violenza per i quali l’uomo, un 45enne calabrese residente in un comune dell’Appenino reggiano, al termine dell’iter processuale riconosciuto colpevole dal Tribunale di Reggio Emilia è stato condannato per i reati di maltrattamenti in famiglia alla pena di 6 mesi di reclusione. La condanna divenuta esecutiva ha visto l’ufficio esecuzioni penali della Procura reggiana emettere l’ordine di carcerazione che l’altro pomeriggio è stato eseguito dai Carabinieri di Casina che hanno arrestato l’uomo. La condotta violenta, oggetto dell’odierna condanna, risale al 2012 ed ha visto l’uomo divenire improvvisamente aggressivo nei confronti della donna, una 40enne, che senza alcun apparente motivo è stata oggetto di gratuite violenze. L’iniziale aggressività dell’uomo si è manifestata improvvisamente dopo 15 anni di matrimonio.

Le offese e successivamente le minacce si sono presto tradotte in aggressioni fisiche con l’uomo che in più’ occasioni ha usato violenza nei confronti della moglie tirandole i capelli, prendendola a schiaffi, lanciandole i piatti e prendendola a pugni. Succube dell’uomo la donna per amor del figlio ha trovato la forza di rivolgersi ai carabinieri di Casina che hanno raccolto i gravi episodi raccontati in una denuncia che riscontrata dalle risultanze investigative ha quindi visto i carabinieri di Casina refertare tutto alla Procura reggiana denunciando l’uomo per il reato di maltrattamenti in famiglia. Quindi l’iter processuale che ha visto il Tribunale di reggio Emilia condannare il 45enne originario di Cutro alla pena di 6mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti in famiglia. La sentenza divenuta esecutiva ha visto l’Ufficio esecuzioni Penale della Procura reggiana emettere l’ordine di carcerazione a carico dell’uomo che è stato trasmesso per l’esecuzione ai militari di Casina. I Carabinieri di Casina, ricevuto il provvedimento restrittivo vi davano esecuzione arrestando l’uomo che veniva condotto in carcere per l’espiazione della pena.