Il loro business illegale è andato avanti probabilmente per qualche giorno. Avevano escogitato un sistema per scassinare le slot machine e i videopoker per rubarne l’incasso mentre giocavano. Ma i carabinieri di Scandiano hanno smascherato il loro raggiro e li hanno arrestati: in manette sono finiti due rumeni di 37 anni, residenti a Milano. Entrambi sono accusati di furto aggravato.

L’allarme ai carabinieri di Scandiano è giunto ieri pomeriggio dopo che il gestore di un bar del paese aveva segnalato la presenza all’interno del suo bar di due clienti sospetti intenti a giocare alle slot. I sospetti erano maturati in quanto l’esercente nei giorni precedenti aveva riscontrato che dalle slot machine e dalle macchinette videopoker del suo bar mancavano dei soldi. Ammanchi registrati successivamente all’utilizzo delle slot ad opere dei due clienti che probabilmente, secondo i sospetti dell’esercente, avevano manomesso gli apparecchi. I carabinieri di Scandiano subito intervenuti hanno individuato i due sospetti fermati proprio mentre giocavano ai videopoker. In loro disponibilità 181 euro in monete da 1 e 2 euro che i due non sapevano giustificarne il possesso. La paternità del danaro veniva ricondotta a seguito dei controlli sulle slot che registravano ammanchi per circa 300 euro. Ad incastrare i 2 ladri sono stati i filmati dell’impianto di videosorveglianza del bar che li ha ripresi mentre manomettevano una slot machine per poi prelevarne le monete.

Secondo quanto verificato dai carabinieri i 2 romeni, approfittando della posizione semi-defilata dei videopoker all’interno dei locali, forzavano con dei fili di ferro appositamente modellati il sistema di erogazione meccanica delle monete, interrompendo il normale funzionamento e causando la caduta dei soldi nella cosiddetta “culla” della macchinetta del videopoker, simulando in tal modo una normale vincita. Alla luce di quanto accertato i 2 romeni venivano condotti in caserma ed arrestati con l’accusa di concorso in furto aggravato. Questa mattina compariranno davanti al tribunale di Reggio Emilia per rispondere delle accuse loro contestate.