Visione dei video del negozio che riprende le rapine, analisi dei filmati estrapolati dal sistema di videosorveglianza comunale negli orari precedenti e successivi ai colpi, comparazioni antropometriche tra i soggetti ritratti dalla videosorveglianza con i volti dei sospetti rilevati in un profilo social network. Questi i principali “ingredienti” della certosina attività investigativa condotta dai carabinieri della compagnia di Parma che, a meno di due mesi dalle rapine compiute ai danni del negozio ad insegna Tigotà di Sorbolo, hanno assicurato alla giustizia i presunti responsabili dei due colpi. La Procura della Repubblica di Parma, condividendo con le risultanze investigative dei carabinieri della Stazione Carabinieri di Sorbolo, ha chiesto ed ottenuto dal GIP della città ducale l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Con l’accusa di concorso in rapina aggravata, i carabinieri della Compagnia di Parma, collaborati nella fase esecutiva con i colleghi in forza a comando Provinciale di Reggio Emilia, hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo di natura cautelare arrestando un crotonese 34enne residente a Reggio Emilia e un 43enne reggiano abitate a Novellara. I due al termine delle formalità di rito sono stati ristretti in carcere a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

Secondo le risultanze investigative i predetti sarebbero gli autori delle 2 rapine compiute al Tigotà di Sorbolo intorno alle 19,00 del 28 febbraio scorso (bottino oltre 1.000 euro) e alla stessa ora del 10 marzo successivo (bottino circa 300 euro). Due colpi in fotocopia: travisati sono entrati nel negozio, uno è rimasto all’ingresso mentre il complice armato di coltello raggiungeva le casse prelevando, sotto minaccia del coltello, i soldi con i quali i quali si davano alla fuga, poi pensando averla fatta franca decidevano imprudentemente di ripetere il colpo solo qualche giorno dopo, ma questa volta la preziosa collaborazione dei testimoni, la minuziosa e laboriosa attività di analisi delle telecamere di videosorveglianza del paese consentiva, tra l’altro, di risalire all’auto utilizzata dai due malviventi. Una prima svolta che portava i carabinieri ad attenzionare il 43enne reggiano e un suo amico ritratto con lui su Facebook. Nei confronti dei due i carabinieri acquisivano incontrovertibili elementi di responsabilità che, condivisi dalla Procura di Parma, hanno visto richiedere ed ottenere dal GIP dello stesso Tribunale un provvedimento restrittivo di natura cautelare che è stato quindi eseguito con l’arresto dei due reggiani.