Si è costituita nelle scorse settimane la nuova Commissione Ambiente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino: l’organismo riunisce rappresentanti di tutti i Comuni dell’Unione e anche consiglieri dell’ente sovracomunale appenninico.

Nello specifico ne fanno parte Tiziano Borghi, sindaco di Carpineti; Stefano Baldelli, Consigliere dell’Unione; Tommaso Manfreda, Assessore all’Ambiente del Comune di Casina; Chiara Borghi, Assessore all’Ambiente del Comune di Castelnovo Monti; Danilo Redeghieri, Consigliere del Comune di Toano; Antonio Manini, Consigliere del Comune di Toano e dell’Unione; Antonio Manari, Sindaco del Comune di Ventasso; Aronne Ruffini, Assessore all’Ambiente del Comune di Vetto; Lucia Manicardi, Consigliere dell’Unione e Assessore Ambiente Comune di Villa Minozzo. Nell’ambito della prima riunione la commissione ha nominato Lucia Manicardi presidente, Antonio Manini vice presidente e Stefano Baldelli segretario.

“Abbiamo voluto dar vita a un gruppo di lavoro che sia fortemente motivato ad occuparsi di questioni inerenti la salvaguardia e cura del patrimonio ambientale del nostro territorio, dandogli veste istituzionale”, spiega la presidente Manicardi. “La Commissione riunisce pertanto rappresentanti di tutti i Comuni dell’Unione, ha finalità propositive e consultive e si attiverà in diversi ambiti, con particolare attenzione al tema dei rifiuti, affrontando le principali criticità derivanti da una loro gestione non corretta, e con l’obiettivo di avviare progetti che possano promuovere l’economia circolare pienamente sostenibile”.

Appena istituita, la nuova Commissione ha già avuto modo di avviare una prima, importante iniziativa riferita al problema amianto per andare incontro alle necessità dei cittadini interessati da questa pericolosa presenza. Per fare alcuni esempi, i materiali contenenti questa sostanza si trovano più comunemente in coperture, cucce per cani, camini e scarichi, ma anche in vecchie caldaie o stufe. Il rischio che deriva dalla presenza di fibre di amianto è direttamente proporzionale al loro stato di conservazione. “La commissione – prosegue la presidente – intende allestire un percorso informativo, con la collaborazione delle amministrazioni comunali, su come affrontare i problemi legati all’amianto e soprattutto trovare una soluzione praticabile per facilitare lo smaltimento delle piccole quantità che spesso vengono abbandonate o seppellite. Al momento è in fase di valutazione la possibilità di fornire alcuni kit per smaltire in autonomia e in piena sicurezza le piccole quantità domestiche, cercando il modo di facilitare le procedure e ridurre al minimo i costi di smaltimento, che sono molto alti e disincentivanti. Si provvederà a corredare questi kit con indicazioni chiare e corrette sulla modalità di rimozione e gli strumenti necessari, poiché si tratta di una operazione che deve essere condotta con tutte le attenzioni e le precauzioni del caso”. A dimostrazione che il problema va affrontato, alcuni mesi fa, organizzati da Ausl ed Unione dei comuni, sono stati tenuti alcuni incontri con i tecnici del territorio sulle nuove norme nazionali sul tema, norme che prevedono interventi obbligatori in caso di cattivo stato di conservazione dei materiali contenenti amianto. Infatti, fin dal 1992 l’Italia ha riconosciuto la pericolosità dell’amianto e con la legge n. 257 del marzo di quell’anno ha dettato le norme per la cessazione del suo impiego e per lo smaltimento controllato. Dopo la legge del ‘92 sono stati varati numerosi altri decreti riguardanti l’emergenza amianto, fino al novembre 2016 quando è stato presentato al Senato un Testo Unico per il riordino, il coordinamento e l’integrazione di tutta la normativa in materia. Il provvedimento prevede 128 articoli che toccano diverse materie: dall’ambiente alla sicurezza del lavoro, dallo sviluppo alla giustizia, dalla tutela della sicurezza sul lavoro alla tutela della salute collettiva. Tra le novità introdotte, l’obbligo di denuncia e di bonifica, esteso a tutti gli edifici, compresi quelli privati, per poter garantire una mappatura affidabile da parte di Regioni e Asl, e l’obbligo di trasmissione da parte del medico e dell’Asl ai Centri operativi regionali delle informazioni relative ai pazienti, in caso di accertamento di malattie connesse al contatto prolungato con questo materiale. Il testo serve a fare ordine tra le 240 leggi statali e i circa 400 atti normativi regionali sull’amianto.