La situazione: alle 10 meno un quarto di domenica 12 novembre arrivo in auto al confine tra Cadiroggio e Sant’Antonino e scopro che 10 auto prima di me sono in fila e attendono. Che cosa? Che i podisti della Maratonina del Monte delle Tre Croci possano passare indisturbati e percorrere quel tratto di gara senza problemi. Scendo dall’auto, perché devo recarmi al lavoro, e vado da un addetto alla sicurezza per chiedergli come posso arrivarci. Risposta: “Vada dal vigile in fondo alla via Selciata, glielo dice lui.” Io mi oppongo e gli chiedo di chiamarlo seduta stante, lui lo fa e mi passa il vigile al telefono: questo mi dice che c’è un’ordinanza, e che la strada è bloccata per un quarto d’ora almeno. Io gli dico che non so di nessuna ordinanza e come me, tutti quelli che evidentemente sono fermi in fila, anche perché se l’avessimo saputo, ci saremmo sicuramente mossi molto prima delle 10 meno un quarto. Lui risponde che era l’organzzazione della corsa, ovvero l’Atletica Scandiano, che doveva informare i residenti della maratona.

In questo rimpallo delle responsabilità che spero venga chiarito, il risultato è il seguente: insieme a me, ferme e bloccate, anche altre persone che dovevano andare al lavoro, una badante che doveva accompagnare un’anziana all’ospedale e gente che comunque aveva il diritto di essere informata per spostarsi agevolmente la domenica mattina. Il tutto sotto il fuoco di fila delle battute di alcuni “simpatici podisti” che, ignari della situazione, ma certi di aver colto il nervosismo della gente ferma in auto, mentre correvano avevano addirittura il tempo di dire “eh ma la domenica mattina si sta a letto!!”. Peccato che no, la domenica mattina capita che ci si ammali o si debba andare al lavoro, nonostante sia giorno di “riposo”.