Nei giorni 24, 25 e 26 novembre 2017 in Reggio Emilia, i militari delle Regioni Emilia Romagna e Veneto, coordinati dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Reggio Emilia, con la collaborazione delle Associazioni Lipu e Legambiente, hanno condotto numerose attività di controllo per la tutela della fauna autoctona ed esotica nell’ambito della 78° edizione dell’Esposizione Internazionale Ornitologica tenutasi nel quartiere fieristico della città.

La campagna di controlli è stata pianificata d’intesa con i responsabili dell’ente organizzatore nell’ottica di garantire il corretto svolgimento delle attività programmate in fiera, finalizzate allo scambio ed al commercio legale di esemplari oggetto di allevamento e, come tali, tracciabili e singolarmente identificabili, attraverso i prescritti sistemi di marcatura mediante anelli inamovibili.

L’attenzione dei Carabinieri Forestali si è dunque incentrata, in particolar modo, sulla rintracciabilità degli esemplari sottoposti a controllo e, quindi, sulla verifica degli anelli identificativi oltreché sulla documentazione attestante la provenienza degli stessi. Nelle fattispecie oggetto d’indagini, è stato accertato che gli esemplari in possesso degli indagati presentavano degli anelli visibilmente modificati e/o amovibili. Questa operazione, nota agli investigatori, consiste nell’allargare gli anelli in alluminio (F.O.I.), apporli al metatarso di soggetti adulti illegalmente catturati in natura per restringerli in seguito. Tali operazioni vengono eseguite mediante l’utilizzo di un punzone di forma conica del diametro leggermente superiore a quello dell’anello, che serve ad allargarlo, di un barattolo di vasellina che serve da lubrificante della zampetta, e di una apposita pinza che serve per restringere l’anello appena inserito. Tra le caratteristiche costruttive di detti anelli vi sono quelle che rendono possibile la constatazione di segni di manomissione, come quelli effettivamente riscontrati negli anelli applicati all’avifauna sequestrata. La dimensione del diametro degli anelli da utilizzare per l’inanellamento degli uccelli risulta essenziale ai fini di garantirne l’effettiva inamovibilità; aumenti di pochi decimi di millimetro possono essere sufficienti per permettere il passaggio della zampa attraverso l’anello anche a crescita terminata.

Le attività di controllo si sono estese anche alla verifica delle condizioni di trasporto dell’avifauna e relativa documentazione, effettuati da pattuglie di carabinieri forestali, unitamente alla Polizia stradale, intervenute nei pressi del casello autostradale di ingresso alla città di Reggio Emilia.

Negli spazi esterni alla fiera si è avuta la collaborazione della Polizia Municipale di Reggio Emilia al fine di prevenire e reprimere eventuali attività di scambio e/o vendita di uccelli da parte di soggetti non accreditati.

Attività di prevenzione dei reati è stata effettuata anche dai militari dell’articolazione territoriale dell’Arma nonché dall’Associazione Nazionale dei Carabinieri in congedo.

I controlli all’interno dei padiglioni della fiera faunistica si sono svolti, a cura dei carabinieri forestali, nell’arco delle tre giornate di apertura al pubblico. In particolare, sono stati controllati 14 stand, 72 persone e 42 automezzi. All’esito dei controlli sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria 10 soggetti e sottoposti a sequestro penale 335 uccelli di cui  6 di specie esotica. Sono stati altresì elevate 6 sanzioni amministrative per violazioni in materia di trasporto e benessere degli animali, per un valore stimato che si aggira sui 50 mila euro.

I reati contestati sono la contraffazione e l’uso abusivo di pubblici sigilli, l’illecita detenzione ed il commercio di avifauna protetta nonché l’acquisto di cose di sospetta provenienza.

I soggetti denunciati, di cui alcuni stranieri, risiedono in Comuni delle provincie di Reggio Calabria, Napoli, Venezia, Milano, Reggio Emilia, Salerno, Latina e Cosenza.

Tra le specie di uccelli sequestrati v’è il Cardellino (Carduelis carduelis), il  Verzellino europeo (Serinus serinus),  il Frosone  (Coccothraustes coccothraustes), il Pettirosso (Erithacus rubecula), la Peppola (Fringilla montifringilla), il Fringuello (Fringilla coelebs), la Capinera (Sylvia atricapilla), il Pettazzurro (Luscinia svecica), l’Inseparabile testarossa (Agapornis pullaria).

Gran parte degli esemplari sequestrati, come innanzi descritto, risultavano muniti di anelli identificativi palesemente contraffatti  per quanto riguarda le dimensioni, lo spessore, l’altezza ed il diametro esterno. Trattavasi, pertanto, di animali illecitamente catturati in violazione della normativa posta a tutela degli stessi. Gli esemplari di pappagalli Inseparabili testarossa, specie inclusa nella normativa di attuazione della CITES (Convenzione internazionale sul commercio delle specie minacciate di estinzione), sono stati sequestrati in quanto venivano posti in commercio in assenza di documentazione attestante la legittima provenienza.

Gli esemplari di fauna autoctona sono stati affidati in custodia giudiziaria al centro di recupero “Il pettirosso” di Modena, mentre quelli esotici al Centro tutela e ricerca fauna esotica e selvatica di Monte Adone in Sasso Marconi (BO).

A seguito delle valutazioni dei veterinari, si procederà, previa autorizzazione del Pubblico Ministero dr.ssa Valentina Salvi titolare delle indagini, alla liberazione degli esemplari di fauna autoctona reintroducendoli in ambiente naturale idoneo alla loro sopravvivenza.