Al momento la situazione dei rifiuti di Roma, in mancanza di nuove comunicazioni ufficiali, “rimane aperta a sbocchi diversi”: se la capitale risolve da sola “saremo i primi a rallegrarci”, ma qualora si confermasse “la necessità di trattare in via emergenziale una quota di rifiuti nei nostri impianti, noi torneremo in Consiglio comunale, non per una informazione, ma per un dibattito e un pronunciamento esplicito del Consiglio, perché di fronte a vicende come questa ciascuno si assuma apertamente e in sede istituzionale le proprie responsabilità”. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo in Consiglio comunale oggi, giovedì 11 gennaio, per una comunicazione sulla vicenda che si è aperta nelle scorse settimane con la richiesta presentata alla Regione Emilia-Romagna.

Dopo aver ricostruito i diversi passaggi della vicenda (dalla richiesta avanzata dall’azienda Ama del Comune di Roma fino all’autorizzazione in via emergenziale decisa dalla Giunta regionale e agli annunci successivi del Comune di Roma di stare cercando altre soluzioni), il sindaco ha ribadito l’intenzione di far prevalere sempre il senso della “res publica” (“fra istituzioni ci si rispetta e si collabora anche quando i governi sono di diverso colore politico, perché le istituzioni sono al servizio di tutti i cittadini e non di qualche capo-partito”) e di “far prevalere, sulle pur comprensibili preoccupazioni dei cittadini modenesi, il senso di responsabilità nazionale, perché – ha sottolineato Muzzarelli – da italiani non proviamo alcun compiacimento nel vedere le vie della capitale d’Italia occupate dai rifiuti e nel constatare che le immagini fanno il giro del mondo”.
Il sindaco ha quindi concluso affermando che, se verrà confermata la richiesta di intervenire in via emergenziale, “noi proporremo di tendere la mano, a patto che ci siano atti e comunicazioni istituzionali regolari e trasparenti, a patto che i provvedimenti siano a termine, a patto che ognuno si assuma i propri costi e soprattutto le proprie responsabilità di fronte ai cittadini di Modena e di Roma, perché i rifiuti non si possono nascondere sotto il tappeto e la loro gestione deve avvenire in una casa di vetro, lontano da criminalità organizzata e speculazioni di grandi colossi stranieri, esattamente come facciamo e continueremo a fare in Emilia Romagna”.
Nel ricostruire la vicenda il sindaco ha anche ricordato le polemiche politiche di queste settimane (“se non fossimo in presenza di questioni estremamente serie, innanzitutto per i cittadini di Roma, andrebbero semplicemente liquidate come ridicole o irresponsabili”), la ricerca di visibilità elettorale da parte di qualche parlamentare e alcune preoccupazioni emerse anche in città dove “c’è chi, invece di puntare il dito o chiedere chiarimenti verso chi i rifiuti li ha prodotti e non è ancora riuscito a smaltirli, mette sul banco degli imputati la Regione e l’amministrazione comunale, rei di svolgere come sempre le loro funzioni con il massimo di responsabilità e di trasparenza. E’ un mondo a rovescio – ha affermato Muzzarelli – dove non si parte dal problema e da chi lo ha creato, ma da chi cerca e trova le soluzioni”.
Il sindaco ha quindi ribadito che, come già dichiarato dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’adesione alla richiesta di Roma non era certo “per una speculazione elettorale, visto che i modenesi non sono certo contenti di importare rifiuti, e ancor meno per le poche risorse previste come disagio ambientale per le casse pubbliche”. E ha aggiunto: “In materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, la nostra Regione è da sempre autosufficiente. È stata la prima a introdurre una legge sull’economia circolare, ha un piano gestione dei flussi dei rifiuti stringente, è all’avanguardia nella raccolta differenziata (a Modena città siamo al 63% con effettivo recupero del riciclato al 93%. A Roma la differenziata è al 42%), ha un piano poliennale di chiusura delle discariche e di dismissione dei termovalorizzatori. Dunque la nostra prospettiva va nella direzione opposta a quella di trasformare le emergenze e le imprevidenze altrui in occasioni di business. L’Emilia Romagna e Modena non sono e non diventeranno mai la pattumiera d’Italia”.