«Fake news, boicottaggi e iniziative allarmistiche non aiutano a risolvere la questione venutasi a creare a seguito degli oneri di sistema non riscossi da alcune società di vendita di energia elettrica». Lo afferma la responsabile di Adiconsum Emilia Centrale Adele Chiara Cangini a proposito dei fantomatici 35 euro che tutti i consumatori dovrebbero trovarsi in bolletta per coprire il “buco” (si parla di 200 milioni di euro) lasciato da alcune società.

«È necessario fare chiarezza per non alimentare illusioni nei consumatori – premette la responsabile dell’associazione consumatori Cisl – La questione non la risolvono né le procure della Repubblica né i Tar, ma un intervento legislativo, come accaduto per le bollette telefoniche a 28 giorni, scaturito dal confronto tra associazioni consumatori e Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). È con Arera, alla quale abbiamo già chiesto un incontro, che vanno chiariti innanzitutto entità economica e numerica, attuale e futura, e definiti i correttivi da mettere in campo per evitare che a pagare siano sempre i consumatori finali e onesti.

Ad Arera – prosegue Cangini- chiediamo anche di studiare insieme dei “blocchi” per arginare i “furbetti” del turismo elettrico, cioè coloro che migrano da un gestore all’altro senza mai pagare e che sono i responsabili del fallimento delle agenzie di vendita. Bisogna distinguerli dai “poveri energetici”, la cui morosità è dovuta a effettive condizioni di indigenza e per i quali occorre prevedere un fondo sociale.

Un ultimo consiglio riguarda l’invio, da più parti suggerito, di una raccomandata. Non conviene se, come ha dichiarato Arera, – conclude la responsabile di Adiconsum Emilia Centrale – l’aggravio sulla bolletta dovrebbe essere di 2 euro, contro i 5 euro spesi per la raccomandata».