Nascono in Emilia-Romagna quattro nuove aree di pesca sportiva “regolamentata”, e altre otto vengono confermate, per consolidare sul territorio regionale un modello di gestione delle attività sportive e ricreative legate alla fruizione dei corsi d’acqua e agli interventi di tutela e miglioramento ambientale che fanno leva sul ruolo attivo delle associazioni dei pescatori e di promozione sociale, come le pro loco.

Si tratta di quattro aree che costeggiano i torrenti che scorrono nel territorio dei comuni di Pievepelago (torrente Scoltenna), Fanano (torrente Leo), Fiumalbo (rii San Rocco e Acquicciola) sull’Appenino modenese, e Monchio delle Corti (torrente Cedra) in provincia di Parma, istituite su richiesta delle stesse amministrazioni comunali e approvate dalla Giunta regionale (delibera n. 400/2018).

In queste aree i Comuni possono rilasciare permessi di pesca a pagamento con l’obbligo di destinare i proventi ad azioni di tutela e riqualificazione ambientale, ripopolamento ittico e attività di sorveglianza lungo i corsi d’acqua. Non solo: gli enti locali possono affidare a gruppi di pescatori o alle associazioni di promozione territoriale la gestione di queste e altre attività legate alla fruizione ricreativa dei luoghi, oltre che alla realizzazione e la manutenzione della rete di sentieri.

“Il coinvolgimento delle associazioni dei pescatori nella conservazione e miglioramento degli habitat naturali- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca, Simona Caselli- è una delle novità previste dalla nuova legge regionale approvata in Assemblea legislativa lo scorso anno. Con la recente delibera di Giunta diamo la possibilità ai Comuni di riconoscerne e valorizzarne il ruolo per una serie di importanti funzioni al servizio della collettività”.

Le altre amministrazioni locali interessate
Oltre alla creazione delle quattro nuove aree di pesca regolamentata, la Giunta regionale ne ha confermate altre otto istituite negli anni scorsi dalle amministrazioni provinciali.  Queste ultime sono nei comuni di Bedonia, Ottone e Ferriere (due aree) nel piacentino e di Bagno di Romagna, Santa Sofia, Premilcuore e Portico San Benedetto in provincia di Forlì-Cesena.

Attualmente sono sei le province dell’Emilia-Romagna nelle quali sono operative le aree di pesca regolamentata, per un totale di 17 zone che interessano circa 48 chilometri di corsi d’acqua, localizzati soprattutto nei territori di montagna. La legge regionale approvata nel marzo 2017 ha ampliato la possibilità di estenderle all’intero territorio regionale.