In Italia, si parla spesso di giustizia attraverso slogan. Molto più di rado si va oltre posizioni apodittiche o si approfondiscono temi che di fatto interessano la coesistenza civile quindi l’intera comunità. Altrettanto raramente ci si ferma ad ascoltare gli attori principali del funzionamento della giurisdizione, in particolare magistratura e avvocatura. Una positiva eccezione è arrivata oggi da Modena grazie all’incontro “Avvocatura e magistratura nella Costituzione” promosso dall’Ordine degli Avvocati di Modena in collaborazione con il Consiglio Nazionale Forense.

 

Tutti – giustamente – auspichiamo una giustizia equa, equilibrata, che garantisca ad ogni cittadino gli stessi diritti di tutela. Occorre però che vi siano le condizioni giuridiche perchè sia attuata una reale parità tra coloro che contribuiscono alla emanazione di una sentenza: in particolare se, nell’interesse della comunità, vogliamo superare il concetto di potere giudiziario per trasformarlo in amministrazione della giustizia occorre che anche la figura dell’avvocato sia posta allo stesso livello della magistratura. L’indipendenza piena di avvocatura e magistratura come architrave dell’autonomia nell’amministrazione della giustizia.

Davanti ad una sala gremita, si è parlato di quella che, se attuata, diventerebbe una vera e propria rivoluzione copernicana perché si trasformerebbe il potere giudiziario, in amministrazione della giustizia, inteso come servizio alla comunità.

“Solo apparentemente è un tema per addetti ai lavori, dato che ogni cittadino ha interesse ad avere una giustizia equa che consenta a chiunque di vedere tutelati i propri diritti con un giusto processo. Come categoria ogni giorno operiamo affinché questi principi fondanti trovino coerente applicazione, ma abbiamo al tempo stesso la convinzione che una consacrazione esplicita anche all’interno della Costituzione del ruolo dell’avvocatura renderebbe ancora più percepibile la nostra funzione di contrappeso nell’ambito dell’amministrazione della giustizia” ha sottolineato l’avvocato Daniela Dondi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Modena.

A rendere ancora più interessante e qualificato l’incontro è stato anche l’elevato spessore dei relatori Andrea Mascherin, Presidente Nazionale del Consiglio Forense, CNF, e Giovanni Canzio, Primo Presidente Emerito della Corte di Cassazione ai quali si sono aggiunti gli interventi degli avvocati Rosa Capria, Consigliere Segretario CNF, Giuseppe Pacchioni, Vicepresidente CNF, e Celestina Tinelli, Consigliere CNF.

È stata quindi un’occasione per parlare della Costituzione italiana, con particolare attenzione agli articoli che fissano i principi ai quali si deve ispirare l’amministrazione della giustizia, e della proposta del Consiglio Nazionale Forense che chiede di inserire un esplicito riferimento all’Avvocatura all’interno della carta costituzionale per dare piena attuazione alla parità tra l’esercizio della professione di avvocato e quella di magistrato.