Intervenendo all’audizione sul Piano Faunistico Venatorio Regionale dell’Emilia-Romagna, il rappresentante del WWF Italia Lorenzo Bruschi ha espresso parere sostanzialmente negativo. Il Piano, che regolerà la gestione della fauna ed in particolare la caccia fino al 2023, secondo il WWF asseconda ancora una volta le esigenze del mondo venatorio e rinuncia a scelte coraggiose per una tutela efficace del patrimonio faunistico.

 

Il WWF contesta i seguenti punti:

  • la mancanza di qualsiasi riferimento sul rapporto fra agenti e superficie (in pratica la questione della vigilanza); fra l’altro un documento tecnico di ISPRA che lo prevedeva, messo a disposizione sul sito della regione fra i documenti propedeutici al PFVR , è poi stato misteriosamente rimosso;
  • l’incompletezza dei dati relativi alla pressione venatoria sui migratori, e la mancanza di azioni concrete per la loro tutela;
  • l’incapacità della Regione di disporre dei dati per mettere in protezione i valichi e le principali rotte di migrazione dopo 18 anni che la legge nazionale lo chiede; su questo il WWF elogia invece la provincia di PC che lo aveva fatto, senza purtroppo trovare riscontro nel nuovo PFVR;
  • l’arrendevolezza della Regione che dopo aver previsto il 24% di territorio protetto, lo ha riportato al 20%;
  • l’insufficiente previsione di interventi di contenimento dei danni diversi dalla caccia,
  • l’agevolazione a forme di caccia su specie non responsabili di danni all’agricoltura, come quelle migratorie;
  • il sostegno ad una caccia “ricreativa” anziché una caccia “conservativa”;
  • la mancanza di azioni chiare, realmente concrete, efficaci e misurabili su alcuni argomenti importanti per la conservazione.

Il WWF, evidenziando anche aspetti positivi del Piano, come la tutela del Lupo, invita la Commissione assembleare Politiche Economiche e l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, a modificare i punti critici del PFVR, per tutelare in modo adeguato un patrimonio faunistico che appartiene a tutti e non solo ai cacciatori.