Un’importante tappa nel percorso che porterà l’Università di Modena e Reggio Emilia e i suoi studenti a utilizzare l’immobile del Seminario di viale Timavo, a pochi passi dal centro storico cittadino, è stata segnata nella serata di lunedì 17 settembre nella sala riunioni dello stesso stabile (nella parte già in precedenza ristrutturata dalla Diocesi).

Dopo una visita guidata agli ambienti dell’edificio oggetto dell’ipotesi di riuso formulata dai progettisti dello Studio di Architettura Manfredini, il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca ha tenuto le fila di un incontro finalizzato a dare operatività al progetto, a cui hanno partecipato il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi insieme agli assessori Daniele Marchi, Raffaella Curioni e Alex Pratissoli, il presidente della Provincia Giammaria Manghi, il presidente di Unindustria Fabio Storchi, il presidente della Fondazione Manodori Gianni Borghi, il presidente della Camera di Commercio Stefano Landi e numerose personalità in rappresentanza delle istituzioni, delle associazioni di categoria e del mondo imprenditoriale.

La Diocesi, che ha deciso di mettere a disposizione della città l’intera struttura mantenendone la finalità di studio per cui fu eretta, non è in grado di sostenere da sola i costi di ristrutturazione e la messa a norma antisismica che ammontano a circa 10 milioni di euro. La strada individuata per condividere la complessa operazione tra enti pubblici e privati, assegnandole tempi certi, è quella di costituire il Comitato “Reggio Città Universitaria”, che l’architetto Mauro Severi ha accettato di seguire in prima persona in risposta alla richiesta del vescovo. A pochi mesi dalla proposta lanciata da monsignor Camisasca la risposta della città è incoraggiante. Severi conferma che le adesioni già espresse consentono la copertura prospettica di oltre la metà degli investimenti necessari. Nei prossimi tre mesi si vorrebbe raggiungere la copertura dell’intero investimento anche in termini di dinamica dei flussi finanziari e si confida che altri enti pubblici e privati non facciano mancare il proprio convinto sostegno. Nelle prossime settimane si procederà alla sottoscrizione del primo accordo con l’Università grazie anche al lavoro progettuale di questi mesi che ha visto coinvolti i tecnici dell’Ateneo. Il progetto ha raccolto l’adesione concorde ed entusiastica di tutti i soggetti presenti, che, grati dell’iniziativa alla Chiesa diocesana, lo considerano un investimento sul futuro dei giovani e della Città di Reggio Emilia.

La convinzione della bontà dell’operazione è rafforzata dai dati forniti dal rettore di UniMORE Angelo Oreste Andrisano, dai quali si evince come rispetto all’Ateneo nel suo complesso, la Sede reggiana si caratterizzi per una migliore dinamica degli iscritti, cresciuti nel periodo 2010-2018 del 54,29% rispetto all’8,8% di incremento della Sede modenese. Nella relazione il rettore illustra chiaramente la positività e nel contempo la necessità di questo progetto: “La prospettata disponibilità del Seminario per le attività universitarie consentirebbe di riequilibrare il rapporto fra strutture e utenti, migliorare la qualità delle sedi, razionalizzare la distribuzione delle stesse all’interno della città, favorendo lo sviluppo di quei corsi di laurea, come quelli di Ingegneria, che stanno preparando tecnici sempre più richiesti dal nostro territorio. L’attivazione in questo anno accademico 2018-19 del corso di laurea triennale professionalizzante in Ingegneria per l’Industria Intelligente è un esempio significativo dei primi punti di un programma che certamente nei prossimi anni richiederà significativi investimenti. Il numero di metri quadri occupati dall’università aumenterebbe dagli attuali 39.839 a 45.023 anche al netto della dismissione dei locali posti in Via Kennedy e in Via Fogliani. Parimenti si avrebbe un incremento netto dei posti aula da 3.869 a 5.000, sempre al netto della dismissione dei locali di Via Fogliani. Anche i posti per il personale (docenti e PTA) aumenterebbero in misura significativa. Tale operazione sarebbe certamente facilitata da uno scenario complessivo sulla città in cui si possa chiaramente intravedere il definitivo assetto dell’Ateneo. La città di Reggio Emilia dopo i grandi progetti di Palazzo Dossetti e del San Lazzaro potrebbe, con la realizzazione del terzo polo del Seminario, proseguire il proprio percorso di città universitaria per l’accoglienza ed il benessere degli attuali e futuri studenti.

L’acquisizione del seminario da parte dell’Università diminuirebbe in via indiretta la carenza di aule medio-piccole (senza le quali l’offerta formativa di Ingegneria non può aumentare), di sale studio per studenti e di uffici per il personale docente-ricercatore del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria. Tale operazione andrebbe poi completata con la costruzione della nuova palazzina laboratori e con il completamento di Villa Marchi. Il ministero non autorizzerebbe l’attivazione di nuove iniziative e di nuovi corsi di studio in assenza di strutture adeguate. La qualità dell’offerta formativa, la peculiarità socio-economica del territorio, l’efficienza dei servizi agli studenti hanno reso la sede di Reggio Emilia estremamente attrattiva. Per salvaguardare i risultati raggiunti e consentire nuovi progetti formativi e di ricerca (soprattutto nei settori di maggiore interesse del mercato del lavoro) è necessario disporre di una nuova struttura prestigiosa e funzionale che possa degnamente ospitare le attività accademiche. Il seminario della diocesi riassume in sé il potenziale idoneo al raggiungimento dell’obiettivo”.

L’obiettivo è formalizzare quanto prima la costituzione del Comitato e la sottoscrizione dell’accordo con UniMORE, giungendo entro fine anno all’approvazione del piano finanziario degli investimenti e del progetto esecutivo. L’inizio dei lavori è auspicabilmente previsto per giugno 2019 e la consegna di tutta la struttura rinnovata per settembre 2020.