La Regione scende in campo per realizzare interventi che possano prevenire i danni che le frane, innescate da maltempo o calamità naturali, potrebbero causare a terreni coltivati e fabbricati produttivi agricoli in Emilia-Romagna.
Per questo, la Giunta regionale ha approvato e pubblicato un bando, che mette a disposizione quasi 17 milioni di euro, nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-20, da impiegare in interventi di prevenzione.

Beneficiari del bando sono le imprese agricole singole, i raggruppamenti temporanei di imprese e gli enti pubblici impegnati in interventi di prevenzione dei danni da frane attive o quiescenti su terreni o immobili individuati nella Carta inventario delle frane dell’Emilia-Romagna. L’azione del bando non riguarda azioni di ripristino di danni già avvenuti.

“La prevenzione è il pilastro dell’azione regionale per assicurare la sicurezza del territorio e delle imprese agricole che vi operano- afferma l’assessore all’Agricoltura Caselli -. Con questo bando consentiamo investimenti per ridurre le conseguenze delle calamità naturali e delle avversità climatiche. Il settore agricolo- prosegue l’assessore- vive quotidianamente le conseguenze del dissesto idrogeologico e dei cambiamenti climatici in atto, ed è fortemente impegnato per contrastarli. Una sfida che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali, alla prevenzione dei rischi e alla tutela di imprese e coltivazioni”.

Cosa prevede il bando

Ogni singolo progetto potrà avere un valore massimo di spesa ammissibile pari a 150 mila euro. Il contributo regionale coprirà fino all’80% della spesa sostenuta dalle imprese singole. La percentuale sale al 100% per interventi realizzati da più imprese agricole o da un ente pubblico.
Le domande vanno presentate entro il 14 febbraio 2019 sulla piattaforma on line di Agrea.
Avranno priorità gli interventi effettuati nelle aree agricole dove incombono rischi di frane a ridosso di allevamenti zootecnici, fienili, serre fisse, immobili dedicati alla lavorazione e trasformazione dei prodotti aziendali, magazzini per attrezzi. Per quanto riguarda invece i terreni, le azioni di prevenzione da frane riguardano frutteti, uliveti, vigneti, superfici seminabili e vivai.
Altri criteri di priorità riguardano i progetti in aree svantaggiate nell’appennino emiliano, piacentino-parmense e dell’Alta Valmarecchia, e quelli di aziende condotte da giovani imprenditori.
Saranno ammissibili al contributo le spese sostenute per interventi sul territorio come le sistemazioni idraulico-agrarie, interventi a carattere strutturale per la riduzione del rischio di dissesto idro-geologico, ad esempio drenaggi profondi, opere di consolidamento di versanti e anche la messa in sicurezza della viabilità aziendale privata qualora ricada nell’area in dissesto in cui insistono fabbricati produttivi o terreni in coltura; lavori di carattere strutturale sul reticolo idrografico minore (fossi, canali e rii) non demaniale, opere di regimazione idraulico-forestale (in acque non demaniali) prevalentemente con tecniche di ingegneria naturalistica o di bioingegneria forestale (come briglie, traverse, muretti, palificate, gradonate, terrazzamenti); e infine il drenaggio delle acque superficiali con canalizzazioni e pozzetti.  Sono comprese anche le spese tecniche generali, incluse le indagini geognostiche come onorari di professionisti o consulenti, in misura non superiore al 10% dell’importo ammissibile.

L’operazione rientra nella priorità tre del Psr che riguarda l’organizzazione della filiera alimentare, compresa la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere animale e la gestione dei rischi nel settore agricolo.