Tessuti da una manifattura di Bruxelles verso il 1520-25, i due arazzi donati da Cesare Barbieri all’Università di Bologna nel 1955 e raffiguranti due episodi della guerra di Troia, saranno visibili al pubblico in una mostra temporanea, presso il Museo di Palazzo Poggi (Via Zamboni, 33) dal 21 Dicembre 2018 al 3 Febbraio 2019.

I due panni, uno di 270×185,5 cm e l’altro di 266×190 cm, custoditi da sempre in Rettorato, entrano a far parte di un percorso chiamato “Nello scrigno dell’Università più antica del mondo”, tra le opere d’arte mai viste in esposizione a Palazzo Poggi, nella Sala di Susanna, accanto a quella che espone in modo permanente il ritratto di Giovanni II Bentivoglio.

Non si sa esattamente quale sia la storia dei due arazzi prima del loro approdo a Bologna. L’ingegnere bolognese Cesare Barbieri, volato in America dove studiò e mise a frutto il suo ingegno nei primi anni del 1900, li acquistò probabilmente sul mercato antiquario statunitense.

Tornato in Italia negli anni della prima guerra mondiale, Barbieri era già noto per avere acquisito un centinaio di brevetti, tra cui i primi bicchieri di carta e le macchine automatiche per il loro riempimento e utilizzo. Famoso non solo per il suo ingegno ma anche per la generosità che mostrò istituendo un fondo pensioni per i dipendenti della sua azienda, il suo nome è legato all’Alma Mater per le generosità che egli mostrò fornendo i mezzi necessari per la ricostruzione delle sedi distrutte in seguito alla seconda guerra mondiale. Nel 1951, infatti, il Rettore dell’Università di Bologna Felice Battaglia gli conferì la laurea honoris causa in Ingegneria affidando così al grande mecenate il ruolo di rappresentare, nelle cerimonie pubbliche d’Oltreoceano, l’antico ateneo della sua città.

La generosità di Barbieri è visibile anche nei due arazzi di Bruxelles che riproducono due episodi illustrati su un grande arazzo a retablo conservato in Spagna. Uno mostra, tra due colonne sui margini laterali, un uomo che minaccia con una spada sguainata un avversario inginocchiato a terra, con altre figure maschili e femminili alle loro spalle. L’altro arazzo propone una scena similare, ma con un uomo che, con la spada sollevata, assale una donna che gli si lancia contro, davanti a un semicerchio di figure.

Oltre agli arazzi, Cesare Barbieri donò all’Ateneo due suoi ritratti e un busto custoditi anch’essi nelle sale del Rettorato.